ASSIEME PER IL TAGLIAMENTO
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Lettera al Messaggero Veneto del 2 dicembre 2008
Tagliamento - Utilità di un confronto

Nei giorni scorsi si è tenuto a S. Daniele, organizzato dal Comitato Assieme per il Tagliamento, un interessante convegno su "Gestioni Fluviali a confronto: proposte per il Tagliamento", al quale, condividendone gli scopi, abbiamo collaborato in diversi. Con soddisfazione abbiamo riscontrato una grande partecipazione. L'auditorium di S. Daniele era letteralmente gremito da un pubblico attento, composto da: amministratori, consiglieri e funzionari regionali, studenti universitari, delle scuole superiori, del locale Istituto Manzini e dell'Istituto di Agraria di Spilimbergo, da associazioni ambientaliste ecc, ma anche da parecchi cittadini.Sono numerosi infatti i cittadini che in questi anni, anche sotto la spinta delle minacce incombenti (progetto di costruzione delle casse d'espansione, che avrebbero deturpato il territorio, senza peraltro garantire la sicurezza attesa) hanno sviluppato una grande conoscenza, contribuendo alla diffusione di una cultura ambientale e del fiume in particolare, e che sono i nostri grandi alleati nell'azione di salvaguardia del Tagliamento. E che, come sottolineato alla vigilia del convegno, erano tra i destinatari di questa grande occasione di approfondimento. Assieme peraltro agli amministratori pubblici, ai politici, ai tecnici, pure destinatari dell'informazione. Categorie che devono necessariamente approfondire la conoscenza del fiume, prima di assumere decisioni e decidere soluzioni che, se non consapevoli e meditate, rischiano di minare per sempre il territorio, senza peraltro risultare efficaci.E' stata un'occasione unica, in cui ascoltare studiosi e tecnici di fama internazionale, riuniti contemporaneamente a S. Daniele, per affrontare problematiche quanto mai attuali, per far conoscere le loro esperienze, di grande interesse, anche ai fini di una loro possibile applicazione pratica alla nostra realtà. E con diversi studiosi, si sono poste le basi per una proficua collaborazione futura. Senz'altro il convegno ha raggiunto il suo obiettivo, che era di favorire questo momento di incontro tra le diverse discipline e le diverse esperienze, con un confronto costruttivo, da cui è emersa chiaramente la necessità di un approccio sempre più integrato alle problematiche del Tagliamento, troppo spesso ridotto solo a un problema idraulico e visto esclusivamente come una fonte di rischio, da cui difendersi. L'originalità del convegno è stata proprio quella di affrontare l'argomento sotto i diversi aspetti: ambientali, idraulici ‚ tutti legati indissolubilmente tra di loro. E' stato riconosciuto da più parti che occorre: - muoversi per riportare in condizioni naturali il fiume- adoperarsi per assicurare la sostenibilità degli interventi sul fiume. Limitandosi a interventi che mantengano il più possibile la naturalità del fiume, che ha caratteristiche tali, ampiezza, sviluppo a rami intrecciati, ecc. che, già di persè, risultano efficaci per dare soluzione ai problemi delle piene. Per cui anche eventuali interventi di ingegneria, semmai dovessero rendersi necessari, andranno aggiornati in modo che siano di natura sostenibile. Anche se spesso possono bastare opportune azioni di manutenzione, con interventi contenuti (di sghiaiamento, di pulizia dell'alveo, di rimozione della vegetazione in eccesso), distribuiti lungo l'intero corso del fiume, per dare risposte esaurienti. Ci si sta rendendo sempre più conto dell'alto valore ambientale che riveste il fiume, non a caso definito ‚ corridoio ecologico‚ e questo deve guidare anche lo studio di eventuali soluzioni tecniche, definendo obiettivi complessivi e non solo idraulici. In precedenza c'era solo il progetto (quello delle casse d'espansione) che veniva imposto come un dogma, per cui non erano ammesse discussioni. Ora, come ha anche rassicurato l'Assessore Regionale all'Ambiente Lenna, sembra ci sia una rinnovata volontà di verificare le diverse soluzioni idonee, per vedere quali siano le possibilità di gestire in maniera diversa il fiume; ci fa estremamente piacere vedere che viene condivisa la necessità di mettersi tutti assieme, per esaminare quali siano le diverse proposte e quale tra queste, sia la più appropriata.Avendo ben presente che occorre coniugare i due inscindibili temi della sicurezza e della salvaguardia ambientale. Adesso si apre uno scenario nuovo:da un lato per la sentenza del Tribunale Superiore delle Acque che ha sospeso il piano stralcio (che come soluzione principale prevedeva proprio la costruzione delle casse d'espansione sul fiume Tagliamento), accogliendo ¨ il ricorso di una specifica categoria (agricoltori), ma su cui senz'altro ha influito il contesto, il clima di forte preoccupazione e contrarietà che si era creato, anche per le ripetute azioni di resistenza di comuni, associazioni ambientaliste, semplici cittadini‚ dall'altro lato per la preannunciata disponibilità all'ascolto delle diverse componenti da parte da della Regione FVG. Ecco che all'appuntamento col tavolo scientifico di approfondimento previsto dall'assessore regionale all'ambiente Lenna, è opportuno che si arrivi esprimendo non solo preoccupazioni, ma anche proposte.Assumendosi le responsabilitò di coloro che vogliono dare risposte e trovare soluzioni alle richieste di messa in sicurezza di quelle popolazioni che, come i cittadini di Latisana, sono esposte al rischio di esondazioni, avendo comunque sempre presente l'importanza di preservare questo grande patrimonio naturale, che molti ci invidiano.Questa del convegno è stata anche per molti un'occasione per venire o ritornare in uno dei territori più belli tra quelli che si affacciano sul Tagliamento che, oltre a un suo pezzo di questo meraviglioso fiume, possiede svariate bellezze paesaggistiche e architettoniche.Un territorio da cui è partita l‚'azione congiunta dei comuni del medio corso del Tagliamento, che ha visto le amministrazioni di S. Daniele, Ragogna, Pinzano, Dignano e Spilimbergo, costituire un fronte comune di resistenza e sensibilizzazione, con la partecipazione attiva di associazioni ambientaliste e cittadini, che già spontaneamente (intravedendone l'inutilità) avevano anticipato l'azione di protesta nei confronti di quelle opere di difesa idraulica (casse d'espansione) che erano state prospettate‚ Qui tra l'altro ha sede il Distretto dell'Agro Alimentare, e sappiamo quanto sia necessario salvaguardare la naturalità dei luoghi, per dare credibilità e confermare l'alta qualità dei prodotti alimentari che vi si producono.Riteniamo che con questo convegno si sia avviata una interessante riflessione sui temi ambientali connessi con il Tagliamento, e che questo confronto costituisca una vera e propria pietra miliare, una tappa significativa nel necessario processo di conoscenza ‚ in un momento in cui si aprono nuove speranze‚ e si ripropongono valori.
Mattioni Valerio
Consigliere comunale di S. Daniele del Friuli



Edizione de Il Nuovo Friuli del 27/11/2008
cronache - Casse chiuse

La relazione: Per mettere in sicurezza il fiume bisogna rispettarlo







Edizione de Il Messaggero Veneto
Ud del 18/11/2008

Gli esperti: rispettare la naturalità del fiume
Convegno a San Daniele

San Daniele : Grande partecipazione e insigni relatori internazionali al convegno “Gestioni fluviali a confronto, proposte per il Tagliamento” in auditorium Alla Fratta, gremito: obiettivo dell’iniziativa organizzata da Assieme per il Tagliamento- col patrocinio di Ministero dell’ambiente, Regioni Friuli e Veneto, province di Udine e Pordenone, Comuni rivieraschi, Comunità Collinare e Comunità Montane, Fondazione Vajont, Commissione Europea e Comune di San Daniele- era far il punto sulle gestioni fluviali, approfondendo, in modo multidisciplinare, le soluzioni adottate e le normative europee, esprimendo non solo preoccupazioni, ma anche proposte. Destinatari, a fianco di sindaci, cittadini, studiosi e studenti (diverse scolaresche in platea tra cui universitari, alunni del Manzini di San Daniele e dell’Istituto Agrario di Spilimbergo), erano gli amministratori che rivestono responsabilità di governo per evitare che le scelte politiche si ripercuotano sull’ambiente danneggiandolo. Significativa la presenza dell’assessore regionale Vanni Lenna che ha ribadito l’intento della Regione di istituire un tavolo per esaminare assieme le varie alternative: ‹‹L'attuale Giunta regionale- ha detto- ha ereditato il problema e da subito si è messa in sintonia con Enti locali e associazioni per capire se quello delle casse di espansione sia l'unica soluzione o se, alla luce anche dei progressi tecnici e delle esperienze compiute altrove, vi siano alternative più rispettose del territorio. Ora serve la buona volontà di tutti e la convergenza su una soluzione che poi andrà realizzata rapidamente». ‹‹Abbiamo raggiunto lo scopo- ha detto il consigliere comunale Valerio Mattioni, che ha collaborato col comitato organizzatore-: favorire un incontro tra discipline e esperienze, ponendo le basi per un approccio integrato alle problematiche del Tagliamento. E’ stato riconosciuto che va riportato in condizioni naturali. Eventuali interventi di ingegneria vanno aggiornati perché siano sostenibili. Prima c’era solo il progetto casse, imposto come dogma. Ora sembra ci sia volontà di verificare le soluzioni decidendo quale sia la più appropriata per coniugare i due inscindibili temi della sicurezza e della salvaguardia ambientale››. Accorato l’intervento della presidente di Assieme per il Tagliamento, Franca Pradetto: ‹‹Si avvera un desiderio che avevamo da tempo- ha detto-: vedere riuniti i maggiori esperti mondiali di gestioni fluviali per discutere del padre dei fiumi alpini, il più naturale d’Europa, per trovar soluzioni concrete ponendo mano a uno studio globale da cui scaturiscano progetti compatibili con l’ambiente, che risolvano in breve i problemi di sicurezza per le comunità rivierasche. Sono maturati i tempi per mettere a punto un pacchetto di interventi non invasivi su tutto il fiume. L’apertura della Regione ci incoraggia››.
Raffaella Sialino



Edizione de Il Messaggero Veneto del 17/11/200
8

Gestione delle acque
ll Tagliamento relegato in esilio

Bruno Tassotti - Gio Batta Lenna



Edizione de Il Gazzettino del 16/11/2008

Pinzano al Tagliamento
(lor.pad.) Coniugare la sicurezza ...

Pinzano al Tagliamento
(lor.pad.) Coniugare la sicurezza di Latisana con la salvaguardia dell'ambiente di un ecosistema unico nel panorama continentale, con un'attenzione anche al lato economico, che di questi tempi non peraltro è di secondaria importanza. Sono gli obiettivi condivisi che sono emersi nel corso del convegno che si è tenuto venerdì a San Daniele del Friuli. Un incontro al quale hanno partecipato gli amministratori locali di Spilimbergo e Pinzano al Tagliamento , che sono direttamente interessati dalle opere di laminazione delle piene. «Fantastico è stato il commento entusiastico del primo cittadino di Pinzano, Luciano De Biasio, che è anche l'assessore ai Lavori pubblici e all'ambiente della Comunità montana del Friuli occidentale -: si è dimostrato, dati alla mano, quanto sosteniamo da sempre. La tutela della Bassa friulana, che riteniamo una priorità perché le vite umane vengono prima di ogni altra cosa, si può ottenere anche senza dover ricorrere a opere impattanti, che rischierebbero di rompere il fragile equilibrio su cui poggia attualmente l'ecosistema del Tagliamento ». Una sorta di de profundis, quindi, per le casse di espansione ? «A mio parere sì spiega il sindaco del comune che avrebbe dovuto ospitare il primo dei tre manufatti previsti -, ma non perché quella soluzione fosse al tempo inutile, bensì perché rappresenta ormai un meccanismo superato dalle nuove scoperte e dalle valutazioni scientifiche e ingegneristiche. Aver discusso per oltre dieci anni sulla modalità più efficace per evitare l'esondazione del più grande fiume della regione da un lato ha rinviato il problema, ma dall'altro ha permesso una serie di analisi che oggi danno un responso chiaro».
Messaggio finale all'assessore regionale, Vanni Lenna, che appartiene al centrodestra, mentre De Biasio è vicino alle posizioni di Rifondazione comunista: «Gli va dato di aver assunto una posizione meritoria: non è da tutti mettere sullo stesso piano sicurezza e tutela ambientale. Ora, dunque, dobbiamo sederci attorno a un tavolo e dobbiamo trovare una soluzione condivisa».



Edizione de Il Messaggero Veneto del 15/11/2008

Spilimbergo - L'assessore all'Ambiente è intervenuto a un convegno e ha avanzato la nuova proposta
Casse di espansione, partita riaperta
Vanni Lenna tavoli di confronto per individuare una alternativa

Spilimbergo



Edizione de Il Messaggero Veneto - Gorizia del 15/11/2008
Latisana - Polemica sulle casse di espansione

Latisana diserta il convegno
Paola Mauro




Edizione de Il Gazzettino del 15/11/2008

L’assessore all’Ambiente ha partecipato a un convegno tenutosi a San Daniele

Confronto sul Tagliamento

Lenna: «Fase di stallo sulle casse, ma la soluzione va trovata»

San Daniele del Friuli «Al di là delle scelte del passato, oggi la Regione intende aprire un percorso nuovo per giungere a una soluzione del problema Tagliamento che coniughi la sicurezza per tutte le comunità e popolazioni rivierasche con la tutela e la valorizzazione ambientale».Questa la linea della Regione, manifestata dall'assessore regionale all'Ambiente, Vanni Lenna, intervenuto ieri - presenti anche esponenti del Consiglio regionale - al convegno su "Gestioni fluviali a confronto: proposte per il Tagliamento ", organizzato a San Daniele dal Comitato "Assieme per il Tagliamento " con collaborazioni e patrocini di vari enti e con l'intervento di esperti non solo italiani, ma anche di altri Paesi, per confrontare le esperienze relative a fiumi come Reno, Magra e Isaar. Sotto "accusa" principalmente le case di espansione , soluzione scelta a suo tempo dalle competenti autorità statali con il Piano stralcio per il bacino del Tagliamento e che la Regione dovrebbe realizzare. Ma la soluzione - come ha messo in evidenza nella sua introduzione Franca Pradetto, presidente di "Assieme per il Tagliamento " - è stata osteggiata da Enti locali, associazioni ambientaliste e cittadini. E ciò perché «il Tagliamento va visto non come una minaccia, ma come una risorsa con cui realizzare progetti sia a sfondo ambientale che turistico per incrementare uno sviluppo ecocompatibile e sostenibile a favore di tutte le comunità che vi risiedono». Per l'assessore Lenna «la Regione è impegnata per la sicurezza dei territori del medio-basso corso del Tagliamento . Da un lato vanno avanti i progetti in fase di realizzazione (come argini e altre opere idrauliche); dall'altro siamo in una fase di stallo per quanto riguarda le casse di espansione ». L'attuale Giunta regionale «ha ereditato il problema - ha affermato l'assessore - e da subito si è messa in sintonia con Enti locali e associazioni per capire se quello delle casse sia l'unica soluzione possibile o se, alla luce anche dei progressi tecnici e delle esperienze compiute altrove, vi siano delle alternative più rispettose del territorio».Da qui la proposta formulata da Lenna di istituire dei tavoli dove rappresentanti tecnici delle varie istituzioni interessate e delle associazioni ambientaliste possano sedersi e lavorare assieme per verificare lo stato di fatto, le opere già eseguite e per trovare un'alternativa valida per tutti alle casse d'espansione . «Serve però - ha concluso l'assessore -la buona volontà di tutti e la convergenza su una soluzione che poi andrà realizzata rapidamente».



Comunicato stampa - Giunta regionale - Vanni Lenna

Assessore regionale all'ambiente e lavori pubblici, delegato allaprotezione civile

AMBIENTE: PER TAGLIAMENTO CONIUGARE SICUREZZA E TUTELA

San Daniele del Friuli, 14 nov - "Al di là delle scelte del passato,

oggi la Regione intende aprire un percorso nuovo per giungere a una

soluzione del problema Tagliamento che coniughi la sicurezza per tutte

le comunità e popolazioni rivierasche con la tutela e la

valorizzazione ambientale".

Questa la linea della Regione, manifestata dall'assessore regionale

all'Ambiente, Vanni Lenna, intervenuto oggi - presenti anche esponenti

del Consiglio regionale - al convegno su "Gestioni fluviali a

confronto: proposte per il Tagliamento", organizzato a San Daniele del

Friuli dal Comitato "Assieme per il Tagliamento" con collaborazioni e

patrocini di vari enti e con l'intervento di esperti non solo

italiani, ma anche di altri Paesi, per confrontare le esperienze

relative a fiumi come Reno, Magra e Isaar.

Sotto "accusa" principalmente le case di espansione, soluzione scelta

a suo tempo dalle competenti autorità statali con il Piano stralcio

per il bacino del Tagliamento e che la Regione dovrebbe realizzare. Ma

la soluzione - come ha messo in evidenza nella sua introduzione Franca

Pradetto, presidente di "Assieme per il Tagliamento" - è stata

osteggiata da Enti locali, associazioni ambientaliste e cittadini. E

ciò perchè "il Tagliamento va visto non come una minaccia, ma come una

risorsa con cui realizzare progetti sia a sfondo ambientale che

turistico per incrementare uno sviluppo ecocompatibile e sostenibile a

favore di tutte le comunità che vi risiedono".

Per l'assessore Lenna "la Regione è impegnata per la sicurezza dei

territori del medio-basso corso del Tagliamento. Da un lato vanno

avanti i progetti in fase di realizzazione (come argini e altre opere

idrauliche); dall'altro siamo in una fase di stallo per quanto

riguarda le casse di espansione".

L'attuale Giunta regionale "ha ereditato il problema - ha affermato

l'assessore - e da subito si è messa in sintonia con Enti locali e

associazioni per capire se quello delle casse sia l'unica soluzione

possibile o se, alla luce anche dei progressi tecnici e delle

esperienze compiute altrove, vi siano delle alternative più rispettose

del territorio".

Da qui la proposta formulata da Lenna di istituire dei tavoli dove

rappresentanti tecnici delle varie istituzioni interessate e delle

associazioni ambientaliste possano sedersi e lavorare assieme per

verificare lo stato di fatto, le opere già eseguite e per trovare

un'alternativa valida per tutti alle casse d'espansione. "Serve però -

ha concluso l'assessore -la buona volontà di tutti e la convergenza su

una soluzione che poi andrà realizzata rapidamente".





Edizione de Il Gazzettino del 14/11/2008
RAGOGNA Il confronto con Latisana

Casse di espansione, la replica del sindaco

Daffara: «Serve buonsenso»

Ragogna Fra i sindaci di Ragogna e Latisana tiene ancora banco il tanto discusso progetto delle casse di espansione per la messa in sicurezza del Tagliamento . Michela Sette ribadisce la necessità del progetto "casse " a dispetto del collega di Ragogna, Mirco Daffarra, che invece ne dichiara la totale inutilità. «È dal 1999 che ho iniziato ad occuparmi di questo spinoso problema - afferma il primo cittadino di Ragogna - e so di avere sempre caldeggiato la sicurezza di Latisana. Nei 9 anni che sono seguiti, tecnici, studiosi e docenti di università, ci hanno spiegato le tecniche idrauliche di contenimento delle piene, che vengono oramai praticate con successo nel resto dell'Europa, e che non prevedono di certo le "casse " sostenute dalla collega Sette». «L'iniziativa di Renzo Tondo di convocare un tavolo tecnico per individuare le possibili alternative alle casse , mi è da sempre sembrata la cosa più sensata da fare. Qual è il problema a condividere questa scelta da parte di Latisana? Perchè s'intestardisce a reclamare un progetto senza neppure essere certa del pieno funzionamento delle casse ? Perchè le si ritiene l'unica panacea? Non è forse più sensato accettare quanto proposto dalla Regione e poi ripartire con interventi il più possibile condivisi? Allora collega Sette, voglio in definitiva chiedere cosa le interessa veramente: dare finalmente soluzione al problema sicurezza di Latisana o continuare attraverso carte bollate ad allontanare i tempi della soluzione? Anche noi, i cinque sindaci del "no" alle casse , chiederemo di essere ascoltati dal Ministro dell'Ambiente, ma in tutti i modi ritengo che questo non aiuterà nè Latisana nè i nostri Comuni perchè serve piuttosto uno scatto di buon senso». Allo stato attuale, sulle "casse " c'è un ricorso vinto dagli agricoltori, mentre sono pendenti quelli al Tar dei Comuni che vi si oppongono (Ragogna, Pinzano, Spilimbergo, Dignano e San Daniele), che attendono pure gli esiti di tre ricorsi al Tribunale Superiore delle Acque di Roma.
Ivano Mattiussi




Edizione de Il Gazzettino del 13/11/2008

LATISANA La Sette: «La posizione del comitato "Assieme per il Tagliamento" è sempre stata contraria alle casse d’espansione»

Tagliamento, ritirato il patrocinio

Per la prima volta il simbolo del Comune non compare sui manifesti del meeting di san Daniele

Latisana Sui manifesti, affissi per pubblicizzare il convegno sul Tagliamento , che si terrà domani a San Daniele del Friuli, solo i più attenti hanno notato un piccolo particolare, ma alquanto significativo. La torre merlata alla guelfa, murata, aperta e finestrata, con ai lati due scudi triangolari al leone rampante volti ambedue verso la torre e sormontati ognuno da una croce, sigillo medievale del Portus Latisane, e stemma istituzionale del comune della Bassa friulana non compare sulla locandina. Per la prima volta infatti il comune di Latisana, a differenza degli altri 31 comuni che si affacciano lungo il corso del Fiume, ha deciso di non patrocinare il meeting promosso dal comitato Assieme per il Tagliamento dal titolo "Gestioni fluviali a confronto" e patrocinato dal Ministero dell'Ambiente, dalla Regione, dalla provincia di Udine e dalle Comunità Collinari del Friuli, Montane del Friuli Occidentale, del Gemonese, Canal del Ferro e Val Canale, della Carnia e dei comuni rivieraschi. Un diniego che giunge in un momento particolarmente delicato relativo alla questione sicurezza per la cittadina della bassa e che il sindaco Micaela Sette ha motivato in questo modo: «In questi anni per una questione di educazione non abbiamo mai rifiutato di patrocinare le iniziative promosse da tale comitato ma abbiamo dovuto constatare che l'obiettivo dei diversi incontri e convegni organizzati hanno avuto e continuano ad avere lo scopo di contrastare il progetto relativo alle casse d'espansione . Un obiettivo che non può essere condiviso dalla comunità latisanese che da oltre quarant'anni attende di vedere realizzate le opere previste dal piano di messa in sicurezza del fiume».Secondo gli organizzatori invece il convegno è in linea con gli scopi del Comitato, volti a contribuire alla salvaguardia delle Comunità esposte al rischio alluvionale e coniugare nel contempo la tutela e la valorizzazione dell'unicità dell'ambiente fluviale tilaventino.Una giornata di confronto che vedrà momenti di discussione, alternati ad interventi di studiosi italiani e stranieri, di rappresentati istituzionali e delle diverse associazioni ambientaliste e di comitati e le cui conclusione da programma dovrebbero essere affidate al Governatore Renzo Tondo.
Alessandra Berti



Edizione de Il Gazzettino del 12/11/2008

«Per favore niente più centraline»

Appello del sindaco per fermare le autorizzazioni: «I corsi d’acqua rischiano di restare asciutti»

Forni Avoltri«Per favore basta autorizzare centraline idroelettriche, altrimenti qui si rischia il deserto». Con una provocazione, ma dettata da una situazione sempre più insostenibile, il sindaco di Forni Avoltri Manuele Ferrari si appella alla Regione ed al suo presidente Tondo affinché si intervenga legislativamente per limitare le continue richieste di privati che cercano nuove concessioni per le derivazioni d'acqua a scopi di produzione energetica. Non riusciamo più a difenderci ed a tutelare e preservare il nostro territorio denuncia il primo cittadino fornese a nome dell'amministrazione comunale ogni giorni siamo alle prese con nuove richieste che purtroppo passano sopra le nostre teste; a causa infatti nelle normative in vigore che consentono semplificazioni burocratiche appellandosi ai criteri di pubblica utilità, i privati riescono ad ottenere le autorizzazioni con corsie preferenziali sulle quali noi come comuni possiamo intervenire ben poco, e con il danno la beffa, siamo esclusi anche da possibili ripercussioni economiche positive per territorio e residenti.La Carnia quindi si appresta a diventare come alcuni l'hanno definita, territorio groviera di centraline. Il Comitato per la tutela delle acque del bacino montano del Tagliamento , guidato da Franceschino Barazzutti, nell'agosto scorso per esempio durante un convegno , ne aveva contate oltre una sessantina tra private e di enti pubblici, con una ripercussione negativa sui corsi d'acqua della montagna equivalente in 80 chilometri totali in secca, a causa appunto della legge sul minimo deflusso vitale dei fiumi tutt'ora in vigore che secondo Gio Batta Lenna, autore di un libro sulla questione viene costantemente disattesa, mentre i comuni non si muovono, le procure archiviano le segnalazioni. Secondo il comitato opportuno sarebbe bloccare le concessioni per le centraline idroelettrriche, decidere quindi un piano organico a livello regionale su quali captazioni preservare, quali sfruttare e a chi concederle, privilegiando i comuni. A Forni Avoltri segnala per esempio Ferrari sono attive attualmente 4 centraline, due della Comunità Montana della Carnia (Degano e Fulin), due della ditta privata Montecocco di Chions, «tutte senza nessuna ricaduta per la comunità locale», mentre per altri sette siti su rii e torrenti locali, sono giunte nuove richieste alla direzione regionale competente. «Il problema, che non è solo di Forni Avoltri, ma di tutto l'arco alpino e della Carnia in particolare conclude il sindaco - è a monte della gestione del sistema energetico, per questo mi appello a Tondo e all'assessore Lenna affinché intervengano, magari con norme regionali che permettano ai comuni, attraverso gli strumenti urbanistici, di avere maggiore peso decisionale. Non vorremmo ritrovarci veramente tra uno-due anni come nel deserto».
David Zanirato





Edizione de Il Gazzettino dell' 11/11/2008
LATISANA Incontro con il sottosegretario all'ambiente

Proseguono gli incontri sulla questione relativa alle opere per la messa in sicurezza del fiume Tagliamento, dopo la recente sentenza del Tribunale superiore dell'Acque e la posizione assunta dal nuovo esecutivo regionale sull'argomento. Ieri mattina ad Udine, una delegazione del Consiglio Comunale latisanese, capitanata dal sindaco Micaela Sette, ha incontrato il sottosegretario all'ambiente Roberto Menia per affrontare alcuni aspetti pregiati alla delicata questione. «Un'occasione - ha spiegato la Sette - per tastare con il rappresentante dell'attuale Governo alcuni aspetti fondamentali del problema». Dei quattro punti evidenziati nel corso dell'incontro, a cui hanno partecipato il capogruppo della Lega Nord Maddalena Spagnolo ed i capogruppi di Udc e Ulivo, Lorio Morello ed Ernesto De Marchi, il primo trattato è stato quello relativo alla competenze. «Abbiamo ribadito, ha affermato il Sindaco, come lo Stato sia l'unico soggetto titolato ad intervenire sulla questione». Il destino del piano stralcio infatti è legato esclusivamente alle decisioni del Ministero dell'Ambiente e delle autorità di bacino. «Sono queste le autorità ha sottolineato il primo cittadino latisanese, con poteri decisionali in materia». Ribadita dunque la funzione solo politico amministrativa della Regione è stato illustrato all'esponente dell'attuale Governo il lungo percorso decisionale che ha portato all'approvazione del piano stralcio. «La richiesta avanzata all'onorevole - ha detto il Sindaco - è stata quella di continuare con la progettazione delle casse d'espansione come previsto da una legge dello Stato». È stato ricordato inoltre al sottosegretario come l'avvio delle opere di daminazione previste nell'alto corso del fiume consentirebbero di realizzare anche interventi per la zona del Cavrato, come previsto dal protocollo d'intesa, firmato nel 1995, tra la Regione Friuli Venezia Giulia e la Regione Veneto. In merito invece allo stato dei lavori previsti nel basso corso del fiume, la delegazione latisanese ha richiesto l'intervento del sottosegretario per avviare l'innalzamento del ponte ferroviario. I lavori per cui sono stati finanziati 10 milioni di euro avrebbero dovuto iniziare nel secondo semestre di quest'anno ma non sono ancora partiti. Difficoltà organizzative hanno fatto slittare l'allestimento del cantiere e quindi l'avvio dei lavori. «L'auspicio ha concluso il Sindaco, è che anche questo intervento sia realizzato al più presto».Alessandra Berti



Edizione de Il Messaggero Veneto del 7/11/2008
Da Legambiente e WWF sì al tavolo tecnico sul fiume Tagliamento
Le due associazioni hanno accolto la proposta di confronto della Regione

Spilimbergo




Edizione de Il Gazzettino del 5/11/2008
TAGLIAMENTO Esperti al lavoro per preparare l'incontro sulle casse

Latisana Questione sicurezza fiume Tagliamento , proseguono gli incontri dopo la proposta dell'esecutivo regionale di avviare un nuovo tavolo tecnico scientifico per valutare le varie ipotesi emerse in questi anni per dare soluzione al problema relativo alle opere di laminazione, previste nell'alto corso del fiume, per mettere in sicurezza l'abitato di Latisana. Dalla riunione convocata dal sindaco Micaela Sette per venerdì pomeriggio in municipio con i consiglieri comunali e l'ing. Mauro Causero, iprofessionista incarico dal comune di Latisana a seguire i progetti di messa in sicurezza del fiume, potrebbero emergere degli elementi nuovi in merito alle strategie che i rappresentati politici locali intendono adottare per affrontare questa nuova fase di discussione. Resta infatti da decidere con quali modalità il comune di Latisana parteciperà al nuovo tavolo proposto dalla Regione a cui dovrebbero sedersi i tecnici indicati dai comuni interessati all'argomento, i rappresentati delle associazioni ambientaliste e gli esperti dell'Università di Udine e Trieste. Ulivo e Udc infatti si sono già dichiarati contrari a legittimare il nuovo tavolo. Secondo infatti i gruppi di minoranza la Regione non ha titolo per intervenire sui progetti di messa in sicurezza del fiume in quanto è solo soggetto esecutore dei progetti elaborati dai tecnici dell'Autorità di Bacino e previste da una legge dello Stato. Dopo la sentenza del Tribunale Superiore delle acque, la posizione assunta dall'avvocatura regionale e la decisione della giunta regionale di non produrre nessun atto formale prima del responso delle altre cause pendenti avanzate da WWf e associazioni contrarie alla realizzazione delle casse d'espansione , si attende anche di conoscere quando si svolgerà l' atteso incontro con l'assessore regionale all'Ambiente Vanni Lenna dopo che quest'ultimo si è reso disponibile ad incontrare il consiglio comunale latisanese per approfondire la delicata questione.
A. B.




Edizione de Il Gazzettino del 4/11/2008
PINZANO AL TAGLIAMENTO Bortolussi ribadisce l’esigenza di un piano
Fiumi senza "pulizie"
L’associazione Acqua: «Niente soldi per la manutenzione»

Pinzano al Tagliamento (lor.pad.) Le piogge torrenziali della scorsa settimana hanno riproposto il problema delle possibili cattive conseguenze di una piena del fiume Tagliamento . Sull'argomento interviene l'associazione "Acqua", di Sequals, che da sempre sostiene l'inutilità di interventi invasivi, come le casse di espansione , e reclama invece una rinaturalizzazione dell'alveo. «In questi giorni di annunci di grandi conferenze, non udiamo nulla di nuovo, ma solo cortine fumogene per ribadire argomenti vecchi e ritriti fa sapere l'associazione ambientalista -. Con grande perplessità, prendiamo atto dei timori che sono stati espressi a Latisana sulla sicurezza idraulica. La loro salvaguardia non è affatto compromessa, giacché è stata ancora una volta la condizione di naturalità del fiume a non aggravare la situazione dei giorni passati». Nel contempo, però, il sodalizio mette in evidenza «le costruzioni a ridosso degli argini e le responsabilità di chi ha concesso che tali edifici venissero locati in quei luoghi, in forza di un irragionevole Pai». I dirigenti del sodalizio ricordano anche che la scorsa settimana sono stati ricevuti dall'assessore regionale Vanni Lenna, al quale hanno consegnato una copia della lettera ricevuta dall'Autorità di Bacino, nella quale di evidenzia che, non avendo fondi, la stessa non può procedere ad un piano di manutenzione. «Altro che denaro disponibile per le "casse " sottolinea il presidente di "Acqua", Renzo Bortolussi -: qui non ci sono nemmeno le risorse per una semplice manutenzione». Da quanto si è appreso, Lenna ha ribadito l'intenzione di attendere la conclusione dell'iter giudiziario intentato da numerosi soggetti prima di dare corso a qualsivoglia procedura sul Tagliamento . Secondo l'associazione ambientalista, «in presenza di un serio piano, l'attività di manutenzione dell'alveo è l'unica che può autofinanziarsi, consentendo uno sviluppo sostenibile regionale mediante il reperimento di materiale inerte in modo rispettoso dell'ambiente: infatti i canoni che si possono incassare per l'estrazione di ghiaia, possono essere utilizzati per i lavori di manutenzione, che costano alla Regione e, quindi, debbono essere finanziati». Gli interventi di manutenzione idraulica dovranno prevedere l'eliminazione degli individui arborei dagli alvei attivi e nelle fasce di pertinenza fluviale. Nelle zone di espansione potranno essere consentiti i popolamenti arborei sempre che non riducano significativamente le capacità di invaso.



Edizione de Il Gazzettino del 31/10/2008
STATALE 354 De Marchi: senza fondi rischiamo l'isolamento

Latisana Arrivano le prime prese di posizione alla notizia dell'assenza di finanziamenti, comunicata dall'assessore regionale Riccardo Riccardi, per procedere con il piano di ristrutturazione previsto per la 354. «La decisione dell'Anas di non finanziare con i propri fondi (19 milioni di euro) gli interventi previsti sulla strada del mare per favorire altre realtà- commenta il capo-gruppo Ernesto DeMarchi- danneggia gravemente tutto il territorio del latisanese e in particolare condizionerà in maniera negativa la crescita delle zone turistiche a sud del comune». Per i consiglieri del gruppo di opposizione tale decisione però non produrrà solo effetti negati per Latisana ma inciderà fortemente sull'economia turistica anche del comune di Lignano Sabbiadoro. «La realizzazione delle opere necessarie per la messa in sicurezza della statale e quelle previste per rendere scorrevole il traffico sono degli interventi fondamentali e rinviandoli a data da destinarsi- afferma De Marchi- si produce un danno evidente che per il comune di Latisana si traduce in una vera regressione, in quanto vengono messe in dubbio, se non completamente vanificate e rese inutili, tutte le previsioni di sviluppo discusse negli ultimi tre anni». Senza gli interventi sulla 354 (lo svincolo dei Picchi, le rotonde, la viabilità accessoria, ecc), infatti secondo il consigliere, saranno difficilmente praticabili e realizzabili le scelte e i progetti che fino ad ora costituivano gli elementi portanti della pianificazione strategica come il discusso megaprogetto di Miryapora ma anche in particolare, la zona dei servizi per la nautica di Aprilia Marittima. Una situazione particolarmente grave che nella valutazione politica espressa da gruppo di minoranza, va associata alle posizioni assunte da autorevoli membri della Giunta Regionale sulla sicurezza del Tagliamento e sulla realizzazione delle casse di espansione . «Una valutazione che denota- ha concluso il capo-gruppo ulivista- un pericoloso isolamento politico istituzionale di Latisana con conseguenze sulle prospettive di crescita futura del comune».
A.B.




Edizione de Il Gazzettino del 31/10/2008
LATISANA Il sindaco: «Non saremo mai tranquilli». Soddisfazione per l’efficacia dei lavori sull’alveo
Tagliamento, si sorveglia la piena
Superato il livello di guardia per il maltempo. Scattano i piani della protezione civile

Latisana Lo scorso settembre un'imponente esercitazione della protezione civile regionale aveva testato il piano da attivare in caso di piena del fiume Tagliamento e sperimentare i nuovi sistemi per affrontare l'evento. Solo qualche settimana fa invece la decisione della giunta regionale di istituire un nuovo tavolo tecnico scientifico per riaprire la questione relativa al progetto delle casse d'espansione aveva riportato in primo piano l'argomento relativo alla sicurezza del fiume Tagliamento . Ieri però la cittadina latisanese ha vissuto per davvero il primo evento di piena importante della stagione , conseguenza delle piogge della notte scorsa avvenute nell'alto corso del fiume. Attivate tutte le procedure previste dal piano del servizio di piena al Tagliamento , uomini della protezione civile al lavoro dalle prime ore del pomeriggio di ieri per presidiare gli argini e monitorare lo stato della piena. Collocati avvisi pubblici all'esterno degli edifici comunali per informare la popolazione che da ieri mattina, e come sempre in queste circostanze, si precipita in municipio per avere notizie e rassicurazioni. Ansie e timori che però non pare siano destinati a placarsi. Le previsioni di maltempo annunciate per le prossime ore infatti non fanno altro che accrescere le preoccupazioni. La prima ondata di piena si è conclusa alle 21 di mercoledì ndr. Alle due di notte l'idrometro di Pioverno di Venzone registra un livello di 3,09. Dodici ore dopo un'ondata di acqua e fango raggiunge Latisana, oltrepassando il livello di guardia (5,40 m) e salendo sino a 6,50. La situazioone è stata monitorayta dalla sala operativa della Protezione civile ora per ora, grazie al collegamento telematico con i sensori dei tre idrometri, due a Latisana e uno a Pioverno.«Purtroppo le previsioni del tempo per le prossime ore- ha confermato il sindaco Micaela Sette- sono ancora di mal tempo e quindi il monitoraggio delle squadre della protezione civile dovrà continuare». Si procederà ad acquisire i rilievi e le misurazioni al fine di produrre informazioni necessarie per la conclusione del modello fisico che era stato realizzato nell'alveo del fiume. Un modello idraulico che, come ha ricordato il primo cittadino latisanese, era necessario per stabilire il livello in altezza in corrispondenza di Latisana della portata individuata quale punto di riferimento pari a mc 4.500. Nello specifico la portata verrà misurata a Gemona sul ponte di Braulins e a Latisana, dopo il passaggio della piena, verrà picchettato il livello raggiunto che quindi stabilirà l'altezza in relazione alla portata rilevata a Gemona. In questo modo tecnicamente verrà individuata la scabrezza. «Tutto ciò rientra fra gli accorgimenti che Latisana può fare per addivenire alla messa in sicurezza del fiume. Come sempre però- ha aggiunto la Sette- questo non è sufficiente» «Comunque con grande soddisfazione abbiamo assistito- ha concluso il sindaco-al transito della piena nel nuovo alveo, così come allargato con i recentissimi lavori, ed in particolare il deflusso attraverso la terza arcata del ponte ferroviario fino a prima inutilizzata».
Alessandra Berti




Edizione de Il Gazzettino del 30/10/2008
Preoccupazione per i lavori di rinforzo degli argini attuati sulla sponda friulana fra Latisana e Ronchis. Interrogazione alla giunta di Sergio Bornancin
Tagliamento, San Michele corre ai ripari
Emiliano Teso: «Serve anche qui un intervento per la messa in sicurezza del territorio e della popolazione»

San Michele Casse d'espansione lungo il fiume Tagliamento , cresce la preoccupazione della popolazione a San Michele. Mentre "di là dell'aga", nel territorio friulano, cinque comuni del medio Tagliamento si oppongono al progetto per contenere le acque in caso di abbondanti piogge, a Latisana vengono rinforzati gli argini, di fatto mettendo in crisi la sponda veneta del grande corso d'acqua che segna il confine regionale. Due i punti critici lungo l'argine destro del Tagliamento , a San Mauretto e a Cesarolo di San Michele. Sul problema, l'ex sindaco Sergio Bornancin ha presentato un interrogazione alla giunta. Un caso di vera emergenza che lo stesso consigliere Bornancin conosce bene, anche perchè in passato è stato l'attuale sindaco, Giorgio Vizzon, a presentare la stessa interrogazione. I ruoli ora si sono invertiti, ma la problematica resta. Ma per l'amministrazione comunale (allora e adesso) il problema sarebbe legato ai finanziamenti. «Ho già manifestato la mia preoccupazione - spiega Emiliano Teso, assessore comunale ai Lavori pubblici e all'ambiente - sia al Genio Civile, che al dipartimento difesa suolo della Regione Veneto, anche a seguito degli interventi che la Regione Friuli ha attuato nella sponda opposta, tra Latisana e Ronchis, dove sono stati realizzati diaframmi in cemento e dove è stato scavato il fondo del fiume, permettendo di rinforzare gli argini. Visti questi interventi è chiaro che anche nel comune di San Michele si rende necessario un intervento mirato alla messa in sicurezza del territorio e della popolazione. Innanzitutto nell'area di Cesarolo, in prossimità dello scolmatore Cavrato, individuato come uno dei punti più delicati, e presso San Mauretto dove il fiume, modificando il suo corso, ha indebolito gli argini. È una emergenza che si deve affrontare al più presto, accelerando i tempi degli interventi previsti dal piano di bacino». A Cesarolo è previsto il rinforzo degli argini, per una spesa di circa 6 milioni di euro lungo il Cavrato (completamento delle opere di rinforzo già iniziate degli argini e così anche le sponde del Tagliamento ) e a San Mauretto, nei pressi di San Giorgio, interventi di due milioni di euro per il rinforzo degli argini e per il diradamento delle vegetazione. «A di novembre organizzerò un incontro con il Genio civile e il dipartimento difesa del suolo regionale - ribadisce Teso - per capire quali sono gli interventi prioritari in programma e soprattutto i tempi, viste anche le indicazioni che l'autorità di bacino darà agli organismi regionali. Mi auguro che si possa mettersi al più presto al lavoro, per la sicurezza e la tranquillità di tutti. L'amministrazione comunale, per quanto di sua competenza, si è subito adoperata per risolvere il problema». L'argomento è condiviso da tutto il consiglio comunale. Marco Corazza



Edizione de Il Gazzettino del 26/10/2008
LATISANA La Regione non produrrà atti ufficiali prima della fine dei procedimenti giudiziari
Tagliamento, lettera di Lenna
L’assessore scrive alla Sette: «Nessuna decisione sulle casse»

Latisana Sicurezza del fiume Tagliamento . Dopo le reazioni alla sentenza del Tribunale Superiore delle acque e la presa di posizione unanime del consiglio comunale latisanese contro la decisione dell'esecutivo regionale di riaprire la questione relativa al piano delle opere previste, per la messa in sicurezza della cittadina della Bassa, dal rischio di un'altra alluvione, arriva la risposta dell'assessore regionale Vanni Lenna. In una missiva, indirizzata al sindaco Micaela Sette, l'esponente regionale ribadisce quali siano state le motivazioni giuridiche che hanno indotto l'organo amministrativo regionale a cambiare la posizione in merito al contrastato progetto delle casse d'espansione . Oltre la sentenza del Tribunale Supremo delle acque, che ha annullato la delibera del piano Stralcio restano, si legge nella lettera, pendenti presso lo stesso tribunale romano altri tre contenziosi. L'udienza per il ricorso dell'associazione Aqua è stata rinviata a maggio 2009 mentre le due udienze sui ricorsi prodotti dal Wwf e dai comuni di Pinzano, San Daniele del Friuli, Spilimbergo, Ragogna, e Dignano che avrebbero dovuto essere discussi lo scorso 22 ottobre sono stati rinviati a data da destinarsi. Pertanto sino a conclusione di tali procedimenti giudiziari la Regione non produrrà nessun atto formale, in quanto a detta dell'avvocatura regionale, potrebbe risultare avventato procedere. Nell'attesa il nuovo Tavolo tecnico, in via preventiva, sarà chiamato a valutare le varie ipotesi emerse in questi anni per dare soluzione al problema. A fianco dei tecnici indicati dai comuni interessati, siederanno associazioni ambientaliste, esperti dell'Università di Udine e Trieste, rappresentanti dell'autorità di bacino e funzionari regionali. La risposta di Lenna è stata interpretata positivamente dal primo cittadino latisanese. «Ho accolto con soddisfazione- ha commentato la Sette- la comunicazione dell'assessore regionale. La giunta regionale infatti ha deciso di ascoltare le nostre richieste e di soprassedere alla delibera». «In attesa del completamento degli iter giudiziari è nostra intenzione approfondire l'argomento e giudico positivamente- ha concluso il sindaco- anche la disponibilità manifestata dall'assessore di effettuare un confronto sul tema con i rappresentati locali. La riunione della prossima settimana con i capo-gruppo consiliari servirà infatti a tracciare le linee di indirizzo che il comune di Latisana seguirà in questa nuova fase di discussione e affrontare la lunga maratona contro il tempo che da oltre quarant'anni lo vede protagonista».
Alessandra Berti




Edizione de Il Gazzettino del 23/10/2008
IL GRANDE OPPOSITORE
De Biasio: ci beffano, chiamo a raccolta i sindaci

Da anni è considerato l'acerrimo nemico della Sequals-Gemona. Il sindaco di Pinzano, Luciano De Biasio, è da dodici anni primo cittadino del comune della Val d'Arzino con due obiettivi: scongiurare la realizzazione delle casse di espansione e della strada a scorrimento veloce. - Come reagisce a questi nuovi entusiasmi sull'arteria? «Si stanno confermando i nostri timori: alla Regione e ai grandi stakeholder non interessa nulla di una viabilità per la vallata, ma si stanno cercando di risolvere, a scapito della montagna e delle sue esigenze, i problemi del traffico internazionale. Abbiamo sempre paventato il rischio che si volesse fare un'autostrada, ma tutti ci davano dei pazzi, sostenendo che il nostro era un pretesto per contrastare il progetto aprioristicamente». - Che misure adotterete per contrastare questi nuovi sviluppi? «Avevamo già programmato, assieme ai sindaci di Sequals e di Spilimbergo, di convocare una conferenza del territorio, per discutere dei nuovi orientamenti che sembravano emergere dalla Giunta regionale. Adesso dovremo stringere i tempi, chiamando a raccolta tutti i sindaci: con le recenti affermazioni vengono smentite e disattese tutte le promesse che ci hanno portato a siglare, anche se a malincuore, il patto del 2001». - La Sequals-Gemona e il raddoppio del primo tratto, vedranno la luce? «Bisogna scindere le intenzioni dalle effettive possibilità di concretizzarle. Non credo che qualche privato sia così folle da investire somme da capogiro senza la certezza di un tornaconto, e nemmeno prevedo grandi investimenti pubblici su questo tratto, visti i tempi. Tuttavia, dobbiamo restare con la guardia alzata, contrastando prima di tutto la fase progettuale. Lo ripeto: l'autostrada non può passare sopra il Tagliamento e il resto del territorio non può sopportare un simile impatto. Nel frattempo, comunque, chi paga le conseguenze di tanti proclami è sempre la Val d'Arzino, dove nessuno interviene per migliorare la viabilità locale».
Lorenzo Padovan



da IL NUOVO FRIULI del 17 ottobre 2008

TAGLIAMENTO
I bacini di laminazione non sono stati cancellati,
ma in molti sperano che la Regione decida di abbandonarli definitivamente
Se le casse finiscono in soffitta


da Il Gazzettino Udine del 20 agosto 2008

«Casse, la sentenza non le blocca»
LATISANA Proseguono i lavori di diaframmatura sugli argini e di pulizia dell'alveo del Tagliamento
Questa l'interpretazione che gli uffici comunali danno dopo il ricorso vinto dagli agricoltori

Latisana: L'analisi effettuata in questi giorni dagli uffici del Comune di Latisana pare aver rafforzato ulteriormente l'interpretazione iniziale relativa alla sentenza emessa recentemente dal Tribunale superiore delle acque che, accogliendo il ricorso dell'associazione degli agricoltori del Medio Tagliamento di Pinzano, ha annullato le due delibere adottate dall'Autorità di Bacino del 1997 e 1998, relative al progetto delle casse d'espansione . Dalla lettura infatti si evince, secondo i tecici latisanesi, che le disposizioni della sentenza riguardano degli aspetti inerenti alla valutazione degli indennizzi richiesti dagli agricoltori, senza mettere in discussione il progetto che prevede la realizzazione delle casse . In particolare, sempre secondo il comune di Latisana, l'aspetto che conforterebbe tale tipo di valutazione è che il Tribunale superiore delle acque indica chiaramente all'Autorità di bacino quali siano gli interventi da effettuare per risolvere gli aspetti oggetto del ricorso inoltrato dall'associazione di agricoltori di Pinzano e dunque procedere con la realizzazione delle opere di laminazione previste dal piano Stralcio sull'Alto corso del Tagliamento. L'autorità giudiziaria ha disposto di procedere con delle nuove indagini per una valutazione dei vincoli ambientali relativi alle colture e per individuare correttamente il perimetro delle aree soggetti ai provvedimenti di indennizzo. Da quanto riferito sempre dagli uffici del Comune, la sentenza pertanto non dovrebbe invalidare l'attività di progettazione, ma solo prevedere una nuova fase istruttoria per valutare i nuovi risarcimenti. Una procedura che ovviamente, fanno sapere dal palazzo municipale , potrebbe provocare dei ritardi per l'avvio delle contrastate opere , anche se, una volta conclusa, potrebbe eliminare l'ultimo ostacolo giuridico alla realizzazione del progetto per la messa in sicurezza della comunità latisanese dalle piene del fiume. In attesa di conoscere quali saranno le conseguenze concrete di tale giudizio e di apprendere la decisione di Regione e Ministero dell'Ambiente in merito al progetto delle casse , proseguono i lavori di diaframmatura degli argini e di pulizia dell'alveo sul basso corso del fiume. Entro breve inoltre dovrebbe essere completata la progettazione del nuovo lotto, per cui è stato concesso nei mesi scorsi un'ulteriore finanziamento di due milioni di euro per continuare con gli interventi di messa in sicurezza. Alcuni sostengono che proprio questi interventi potrebbero allontanare la realizzazione delle casse d'espansione , anche se, come ribadito più volte dal sindaco di Latisana, Micaela Sette, questi lavori dovrebbero permettere esclusivamente alla comunità di attendere con maggior tranquillità, l'avvio delle opere di laminazione previste nell'Alto corso del Tagliamento.
Alessandra Berti




da Il Gazzettino del 14 agosto 2008
Casse di espansione, la richiesta di un tavolo dai Comuni rivieraschi e dai Comitati
«Subito un vertice per il Tagliamento»
RAGOGNA Le prospettive aperte dalla sentenza del Tribunale delle acque che accoglie il ricorso degli agricoltori
Ragogna: Nei Comuni rivieraschi direttamente coinvolti al progetto delle casse di espansione per la messa in sicurezza del Tagliamento, la notizia della sentenza con cui il Tribunale delle acque ha annullato le delibere con le quali l'Autorità di Bacino aveva adottato il piano stralcio, è stata accolta con soddisfazione. Non per nulla negli ultimi tre anni si sono succedute diverse azioni di protesta. Al momento si guarda però ancora con cautela a quanto sta accadendo e che ha l'aria di rimettere in discussione del progetto "casse", a seguito delle richieste di una dozzina di proprietari terrieri ed agricoltori dell'Associazione Medio Tagliamento di Pinzano. «Non sono un esperto di giurisprudenza e quindi non ho cognizione sul merito della sentenza del Tribunale delle acque - commenta il sindaco di Ragogna, Mirco Daffarra, che da sempre conduce la lotta contro le "casse di espansione anche in qualità di presidente dell'apposito comitato - ma se, come mi pare di capire, annulla di fatto le delibere dell'autorità di bacino sul piano stralcio, allora è giunto il momento di rivedere sul piano politico l'intera questione. Negli ultimi anni abbiamo potuto acquisire copiosi elementi, secondo i quali la salvaguardia di Latisana e Lignano può essere assicurata senza che venga messo in atto un progetto devastante come quello delle "casse di espansione". Per raggiungere lo scopo occorre però un accordo congiunto di tutti e mi auguro sia finalmente giunto il momento in cui i politici decidono di mettersi a un tavolo». Cosa si attende dalla gestione Tondo? «È persona che so che mantiene fede alla parola. In campagna elettorale a Ragogna ebbe ad affermare che sul Tagliamento il progetto casse verrà accantonato a favore di scelte idrografiche più pertinenti che tengono conto dell'insieme, salvaguardia dell'ambiente compreso. Non ho motivo di dubitare che, scacchiere politico permettendo, sarà così». I sindaci di Dignano, Spilimbergo, Pinzano, Ragogna e San Daniele avevano già chiesto un incontro con l'assessore all'ambiente, Lenna, il quale si è riservato di riceverli quanto prima (si parla di settembre). «Il piano stralcio saltato dovrebbe sortire la causa di redigere qualcosa di alternativo - afferma il sindaco di San Daniele, Marco Pascolini - e siccome tutto si basava sul piano stralcio, noi pensiamo sia il buon inizio di un percorso diverso che tenda sempre conto delle esigenze di Latisana e Lignano, ma che non vada a penalizzare il nostro territorio». A dar man forte alla causa "anti casse" interviene anche l'associazione ambientalista "Assieme per il Tagliamento", la cui presidente, Franca Pradetto, preannuncia un convegno internazionale che si terrà il 14 novembre a San Daniele. È organizzato d'intesa con l'associazione "Vaiont" ed ha come punto fermo la rivalutazione completa del Tagliamento (sicurezza di Latisana e tutela dell'ambiente). «Il provvedimento del Tribunale delle acque ed il fatto che i vertici della Regione abbiano preso tempo per documentarsi sulla materia, mi sembrano di buon auspicio - afferma Franca Pradetto - ed è confortevole sapere che si stanno anche cercando notizie per un quadro completo sulla salvaguardia dell'ambiente». Che messaggio le viene da lanciare al presidente Tondo ? «Sediamoci e discutiamo sul da farsi per il Tagliamento».
Ivano Mattiussi



da Il Gazzettino del 10 agosto 2008
Casse d'espansione, presto l'ultima parola
Il sottosegretario all'Ambiente e i primi mesi del nuovo Governo: «Per i siti inquinati collaborare con i ministri Matteoli e Scajola»
Menia: «In autunno esaminerò il dossier sul Tagliamento per la decisione definitiva»
Udine «Ho avuto bella soddisfazione: ho seguito l'intera vicenda dei rifiuti di Napoli sul piano parlamentare, con l'emanazione del decreto per fare fronte all'emergenza. È stata una bella responsabilità, ma con l'uso dell'esercito, criticato in principio, abbiamo fatto sì che in due mesi la città sia tornata alla bellezza che merita». Così prima delle ferie l'onorevole Roberto Menia, sottosegretario all'Ambiente, commenta i primi mesi del proprio lavoro svolto nel Governo Berlusconi. L'esponente triestino del Popolo della libertà è il politico del Friuli Venezia Giulia che ricopre l'incarico più alto nel Centrodestra nazionale, unico membro regionale dell'esecutivo. Con l'incarico di occuparsi in prima persona delle questioni ambientali, al fianco del ministro Stefania Prestigiacomo, Menia segue anche alcune questioni riguardanti il Friuli Venezia Giulia. Dalla bonifica dei siti inquinati di interesse nazionale fino alla messa in sicurezza del fiume Tagliamento contro il rischio alluvioni. «Quello delle casse d'espansione è un tema che voglio affrontare con compiutezza in autunno, alla ripresa dei lavori dopo la pausa estiva - assicura il sottosegretario triestino - la precedente giunta regionale ha sempre detto che la questione riguarda il Governo e ritengo sia giunto il momento di decidere una volta per tutte se proseguire con le opere o meno. Ci sono sistemi rodati come le casse espansione, sulle quali l'Autorità di bacino ha già fornito indicazioni. Poiché la questione è tecnica, saranno gli esperti a dare il parere, che noi recepiremo». Rispetto dei pareri tecnici, ma anche volontà di proseguire nella realizzazione delle opere necessarie al Nordest e all'intero Paese. Questa la posizione di Menia in materia ambientale. «Viviamo in un'area fortemente antropizzata e non in Amazzonia - sintetizza - e l'uomo va considerato come parte del sistema, non come un nemico. Le infrastrutture servono e vanno realizzate, con il minor danno possibile, ma considerando che sono necessarie». È il caso dei rigassificatori? «Servono, ovviamente nell'ambito di una pianificazione nazionale. Per Trieste va scartata l'ipotesi di un impianto off-shore nel Golfo, ma va presa in considerazione quella a terra, se si realizza un impianto sicuro e in un'area industriale da bonificare. Saranno i tecnici a esprimersi assieme agli enti locali, che dovranno avere garanzie e forme di compensazione». Come intende operare per la bonifica dei siti inquinati di Trieste e di Marano-Grado? «La scorsa settimana si è tenuta la conferenza di servizio per l'area di Trieste. Ho proposto di aprire il tavolo anche ai ministeri delle Infrastrutture e dello Sviluppo economico. Matteoli si è detto disponibile a dare contributi in vista della piattaforma logistica e dell'hub portuale di Trieste; esiste poi la delibera del Cipe dell'aprile scorso con cui il ministero dello Sviluppo economico ha stanziato 450 milioni di euro per il Nord Italia. Prevediamo di firmare a metà settembre l'accordo di programma con tutti gli enti coinvolti, integrando il documenti con questi due dicasteri. La stessa strada si potrà seguire per la Laguna di Marano e Grado». Un'altra questione che fa discutere in regione riguarda l'alta velocità ferroviaria. Anche nel Centrodestra c'è chi chiede che la linea non attraversi il Carso per giungere a Trieste. «Non è più tempo di andare avanti con il passo del gambero o dichiarazioni elettorali di vario tipo. C'è una sostanziale unità di intenti sull'ultima ipotesi di tragitto proposto. Trieste è una città portuale, di merci, e non possiamo tagliarla fuori». In Fvg non siamo all'emergenza rifiuti della Campania. Ma la questione dello smaltimento è aperta. Come risolverla? «Non siamo tra le regioni settentrionali più virtuose e le discariche sono al limite. Credo che la giunta Tondo avanzerà proposte adeguate. Ma è a livello nazionale che bisogna avere la necessaria praticità per spogliarsi di pregiudizi e ideologie, agendo con pragmatismo e considerando tutte le tecnologie per lo smaltimento dei rifiuti. La raccolta differenziata non risolve il problema, anche se diminuisce il conferimento in discarica. Ma va creata una filiera del riciclo, per far sì che il materiale raccolto sia effettivamente recuperato. Servono anche i termovalorizzatori, è inutile nasconderlo. Con il ministro, ipotizziamo di convocare una conferenza nazionale per verificare quali strategie possano essere più efficaci non solo per il futuro, ma anche per l'immediato». Il ministro Scajola ha riaperto il dibattito sul nucleare. È una strada sicura per l'Italia? «Non possiamo rimanere legati solo ai combustibili fossili, i cui prezzi continuano a salire. Bisogna ridurne la dipendenza al 50\%, puntando per l'altra metà alle fonti rinnovabili e nucleari. Del resto, già ora l'Italia è circondata da centrali atomiche e per giunta ne importa l'energia pagandola a caro prezzo. Per le fonti rinnovabili, bisogna sviluppare tecnologie italiane che ci permettano di non acquistarle dai paesi esteri. Penso, ad esempio, alla geotermia».
Lorenzo Marchiori


da Il Gazzettino del 4 giugno 2008
FIUME TAGLIAMENTO «Tavolo comune sulle Casse d'espansione»
Udine - (al) Un nuovo Piano regionale emergenze amplierà a tutto il territorio l'analisi dei rischi, con una valutazione d'insieme delle emergenze. L'assessore lo ha indicato come una delle priorità per l'amministrazione, da realizzare entro un anno. Saranno coinvolti gli enti locali e dopo le analisi dei punti di debolezza sul territorio, si creerà un protocollo d'azione, con tempistiche e i riferimenti necessari per la gestione integrata delle forze che debbono intervenire. Non accadrà più, ha esemplificato il direttore regionale della Protezione civile Guglielmo Berlasso, «che due comuni limitrofi si affidino a professionisti diversi per valutare il rischio idraulico, con la possibilità che, adoperando sistemi idraulici diversi, in un comune si prefiguri un'onda di 2 metri e nell'altro di 50 centimetri». Sulla base dell'analisi di rischio, dove per rischio si intende la perdita di vite umane, saranno costruite regole d'intervento condivise, uscendo dalla logica delle normative statali che delegavano ad ogni sindaco la predisposizione di un proprio piano d'emergenza. «La giunta - ha aggiunto Lenna - intende riaffrontare la questione delle casse d'espansione sul fiume Tagliamento e capire se sia l'unico progetto perseguibile o se ci possano essere valide alternative. Convocheremo un tavolo di lavoro con tutti i soggetti interessati, inclusi gli ambientalisti».



da Il Gazzettino del 30 maggio 2008
SPILIMBERGO Incontro con l'assessore Lenna per affrontare la "questione ambiente" e casse d'espansione
Agricoltori, il "nodo" in Regione
Il sindaco propone: «Concordiamo nuove regole con la categoria e ricreiamo la commissione»
Spilimbergo - Martedì 3 giugno sarà una giornata molto delicata per l'amministrazione comunale di Spilimbergo. È previsto per quella data l'incontro del sindaco con l'assessore regionale all'ambiente e ai lavori pubblici Vanni Lenna. Tra le questioni sul tappeto, spiccano proprio i temi ambientali, con il chiarimento sulla questione casse , con tutte le implicazioni che coinvolgono gli agricoltori. «Siamo nettamente contrari conferma - alla costruzione delle casse di espansione . Come nuova amministrazione ci siamo presi l'impegno di affrontare questo problema con molta decisione in tutte le sedi istituzionali, senza indugi e senza titubanze». «Il Tagliamento ha ripetuto anche nel corso della seduta del consiglio comunale - non dev'essere un problema, ma una risorsa con cui poter realizzare progetti, sia a sfondo ambientale che turistico. Vanno sostenute, pertanto, tutte quelle associazioni che si battono da sempre per evitare di avere uno scempio sul Tagliamento, ma nello stesso tempo vanno tutelati in maniera forte e decisa anche coloro che nel tempo hanno investito nel Tagliamento, come gli agricoltori che per troppi anni hanno visto inevase le promesse dalla Regione di riconoscimento, a seguito della forte svalutazione dei terreni creati dai vari vincoli idraulici». Dal 1998, in tutta la zona interessata dal piano dell'Autorità di bacino per la messa in sicurezza del fiume, sono in vigore i vincoli di salvaguardia, che limitano l'attività agricola, senza peraltro che finora sia stato riconosciuto alcun risarcimento. Sono circa una trentina le aziende interessate di grossa dimensione (intorno ai 20-30 ettari di superficie), a cui vanno aggiunti gli appezzamenti minori, in qualche caso a gestione familiare, in quale altro proprietà secondarie di aziende che hanno altrove i possedimenti maggiori: in tutto un centinaio circa di proprietari, con uno-due ettari a testa di media. Oggi tutto questo patrimonio è immobilizzato, perché i terreni di fatto sono fuori mercato, non potendosi apportare innovazioni tecnologiche né modificare tipo di coltura, né recintare. Si parla di alcune decine di milioni di euro di danno complessivo. Tra l'altro con gli agricoltori, il sindaco ha anche un'incombenza non da poco da eseguire: ricucire i rapporti istituzionali, tagliati dopo lo scioglimento della consulta sull'Agricoltura decisa dalla giunta Soresi nell'estate di quattro anni fa. «Vanno concordate nuove regole ha spiegato Francesconi - con le associazioni di categoria e con una commissione Agricoltura che dev'essere ricostituita». Claudio Romanzin


da Il Gazzettino del 18 maggio 2008
RAGOGNA «
L'ingegneria naturalistica ha fatto passi da gigante, assurdo fermarsi a una legge di 8 anni fa»«Tagliamento, non serve la diga»
Il sindaco Daffarra replica alla Sette: «La soluzione è un intervento ambientale sul fiume»
Ragogna - Malgrado le buone intenzioni recentemente palesate dalla nuova maggioranza del governo regionale, sul progetto quanto mai discusso della "casse di espansione " per la messa in sicurezza del Tagliamento, non accennna a placarsi il botta e risposta sulle posizioni contrastanti. Questa volta è il caso del sindaco di Ragogna, Mirco Daffarra, da sempre schierato contro il progetto, che prendendo a pretesto un nostro recente articolo, chiama ancora in causa la collega di Latisana, Micaela Sette, a sua volta tenace sostenitrice della tesi che per la messa in sicurezza della Bassa Friulana occorrano le "casse di espansione ".«Su questo annoso, gravoso, costoso ed inutile progetto, abbiamo finalmente letto e sentito parole sensate da parte di esponenti della Giunta Tondo - afferma il primo cittadino di Ragogna - Sono affermazioni che per grande parte confermano le posizioni espresse recentemente alla conferenza di presentazione del progetto transnazionale "Warema". La cosa ci fa naturalmente piacere perchè conferma quanto vanno sostenendo da anni, comitati popolari, associazioni ambientaliste, Amministrazioni comunalei di Ragogna, Pinzano, Dignano, Spilimbergo, San Daniele, Province di Udine e Pordenone, nonchè tecnici e studiosi italiani e stranieri».Nel merito le "casse di espansione " vengono messe in discussione nella loro globalità, sia come soluzione progettuale che come ubicazione per eventuali opere, per cercare alternative realistiche. Lo studio che i Comuni rivieraschi hanno commissionato all'olandese Delf Ydraulics, è a parere del sindaco Daffarra un eccezionale punto di partenza, per mettere a punto un pacchetto d'interventi non invasivi su tutto l'ambiente del Tagliamento. «Invidio la sicumera da quasi tecnico esperto della mia amica, Micaela Sette - dice ancora Daffarra - quando afferma che l'unica alternativa alle "casse " è la diga di Pinzano. Io invece non vado indietro, non mi attesto su posizioni preconcette e vecchie e vado a vedere come si risolvono analoghi problemi in altre parti del mondo, ove l'ingegneria naturalistica ha fatto passi da gigante, consentendo di mettere in sicurezza il territorio ed i fiumi, senza devastarli in modo irreversibile».«Insistere- continua Daffarra- che vengano realizzate le casse solo perchè c'è una legge dello Stato che lo ha stabilito 8 anni fa, ma della quale oramai anche i favorevoli hanno seri dubbi, denota poco senso pratico e significa chiudere gli occhi di fronte alla realtà. Per fortuna sono maturati i tempi per dare al Tagliamento una soluzione globale e compatibile con la salvaguardia del proprio ambiente. Invito pertanto a porre mano ad uno studio globale rapido e finalmente completo, da commissionare a tecnici, studiosi, esperti. Certo è che la "diga di Pinzano" non è una soluzione alternativa alle "casse "».«Il mio auspicio- conclude il sindaco- è che la Giunta Tondo non si ostini a procedere a testa bassa sulle "casse ", anche perchè si ritroverà contro la gente, istituzioni e ritengo pure l'Unione Europea con la Direttiva Habitat 92/43 arti. 6".
Ivano Mattiussi

da Il Messaggero Veneto del --/02/2008
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