ASSIEME PER IL TAGLIAMENTO
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Le casse di espansione

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RASSEGNA STAMPA 2005 - RASSEGNA STAMPA 2005-1


gennaio 2005


febbraio 2005

comunicato Regione Fvg
01 FEB 05 AMBIENTE: MORETTON AL I' INCONTRO RISTRETTO GRUPPO TAGLIAMENTO

(ARC) Udine, 01 feb - Si è tenuta oggi nella sede della Regione di Udine la prima riunione del Gruppo di lavoro ristretto, istituito il 2 dicembre scorso, con la finalità di affiancare l'assessore regionale all'Ambiente e gli uffici regionali nel percorso che porterà alla realizzazione delle opere per la messa in sicurezza del fiume Tagliamento. Il Gruppo di lavoro che ha il compito di raccordo con una più ampia assemblea di tutte le parti interessate, era rappresentato dal sindaco di Pinzano al Tagliamento, Luciano De Biasio, dal vicesindaco di Latisana, Cesare Canova, dal sindaco di Dignano, Giambattista Turridano, da Maria Egle Bruno, dirigente della Protezione civile per la Prefettura di Udine, da Nicoletta Toniutti, portavoce del Wwf, da Elena Gobbi, presidente regionale di Legambiente FVG, da Gino Trevisan, in rappresentanza del Cordicom, il coordinamento dei comitati, e da Giorgio Giacomello per la Coldiretti. Nel corso della riunione è stata ribadita da parte dell'assessore all'Ambiente e vicepresidente della Regione, Gianfranco Moretton, la volontà di addivenire ad una soluzione progettuale condivisa per la realizzazione della prima cassa di espansione, fermi restando gli obblighi e le procedure già avviate dall'approvazione del Piano stralcio.
"Abbiamo chiesto all'Autorità di Bacino una variante al Piano stralcio - ha affermato Moretton - ma siccome questo è un tavolo di lavoro orientato alla massima trasparenza, è bene che non si nasconda che quello che ci siamo trovati dinnanzi è un treno in piena corsa, che è impossibile fermare. Occorre dunque fare appello al senso di responsabilità istituzionale e sociale delle parti interessate - ha aggiunto Moretton - per trovare oggi la soluzione per la prima cassa di espansione che meglio contemperi le esigenze di messa in sicurezza delle popolazioni della Bassa, di compatibilità ambientale e di salvaguardia degli interessi del mondo agricolo".
Da parte della direzione regionale all'Ambiente, rappresentata da Franco Scubogna, è stata ribadita la massima disponibilità all'accesso alla documentazione tecnica. A tal proposito, nel corso della riunione sono stati forniti ed illustrati ai rappresentanti del Gruppo gli elaborati tecnici della fase realizzativa del progetto preliminare.
"Disponibilità a discutere e a collaborare al tavolo di confronto" è stata espressa da tutti i componenti del gruppo, sebbene che sia dalle associazioni ambientaliste che dal sindaco di Dignano - delegato del sindaco di Ragogna Mirco D'Affarra - siano state ribadite "riserve alla realizzazione del progetto così come formulato finora". ARC/Elisabetta Pozzetto


Mercoledì, 2 Febbraio 2005
IL GAZZETTINO ED. PN
COMMISSIONI Fumata nera per l'agricoltura
Spilimbergo _ L'agricoltura resta taboo per l'amministrazione comunale. Ancora una volta la giunta guidata da Arturo Soresi ha deciso di non ricostituire la commissione consultiva che se ne dovrebbe occupare. L'occasione era stata offerta dalla scadenza prevista dalla legge 449, secondo cui a inizio anno vengono in di viduati gli organi collegiali che affiancano i consiglieri nella gestione degli affari della città. La giunta ne ha in di viduati sette. Si tratta delle commissioni: e di lizia, pubblici esercizi, giu di ci popolari, terremoto, autonoleggi da rimessa, centri storici, autoservizi non di linea. Niente da fare, invece, per l'agricoltura. I componenti erano stati nominati al termine di un'assemblea generale alla Casa dello studente, con il coinvolgimento delle categorie (ne facevano parte Sante Sovran, Luigino Martina, Giuliano Ceconi, Francesco Avoledo e Carlo Pessotto di Spilimbergo; Renato Colonnello di Bussolino; Antonio Zoia di Barbeano e Mario Collavino di Istrago). La commissione aveva ricevuto a suo tempo bene di zione ufficiale anche nel programma elettorale della Lista Gerussi, dove si prevedeva tra l'altro che «il nuovo organo dovrà di ventare struttura permanente consultiva per tutte le problematiche di settore». Ma in breve tempo tra agricoltori e Comune erano sorte frizioni talmente forti sul Sic, il sito di interesse comunitario e sui risarcimenti per la costruzione delle casse di espansione sul Tagliamento , da costringere il sindaco la scorsa estate a sciogliere d'autorità la commissione, scatenando un putiferio.
Cla.Ro.


Domenica, 6 Febbraio 2005
IL GAZZETTINO ED. PN
SPILIMBERGO La singolare iniziativa dell'associazione Acqua. Accanto un gazebo per raccogliere le firme Campane a morto contro le casse Ogni sabato mattina per tutto il mese di febbraio un bara (in ferro) esposta in piazza Garibaldi
Spilimbergo : Ogni sabato mattina, per tutto il mese di febbraio, una cassa da morto sarà esposta in piazza Garibaldi. L'iniziativa provocatoria è dell'associazione Acqua, che si oppone alla realizzazione delle casse di espansione sul Tagliamento. Per i deboli di stomaco, va precisato che non si tratta però di un feretro vero, ma di un'opera in ferro, realizzata da Renzo Bortolussi (che oltre a essere il presidente del gruppo è anche uno scultore), che rappresenta simbolicamente il progetto che la Regione intende realizzare sul fiume. «L'interno è diviso in tre parti spiega l'autore - come i tre bacini di laminazione, e il fondo è ricoperto da monete, che rappresentano gli interessi economici che si nascondono sotto tutta questa operazione». E all'esterno, uno per lato, sono raffigurati i ponti di Pinzano e di Dignano, i limiti dell'area interessata ai lavori. La scultura è presente come richiamo a fianco del gazebo, che è stato allestito ieri mattina in piazza Garibaldi e che sarà presente ogni sabato mattina fino alla fine di febbraio, dove continua la raccolta delle firme contro le casse. Con questa provocazione, si apre una nuova e più incisiva fase di attività da parte di Acqua (che per la cronaca ha di recente cambiato sede e da Pinzano si è ora trasferita a Spilimbergo). La nuova linea d'azione gioca molto sul confronto con quanto accade in Baviera, dove il Wasserwirtschaftsamt, il corrispondente della nostra Autorità di bacino, ha avviato una complessa operazione di rinaturalizzazione del fiume Isar del costo di 28 milioni di euro, per rimediare agli errori del passato, quando l'amministrazione tedesca aveva cercato di mettere in sicurezza la città di Monaco con una serie di opere di contenimento, che richiamano in qualche modo il progetto del Friuli Venezia Giulia. «La cosa assurda spiega il direttivo di Acqua - è che dalla Germania, per rimettere a posto l'Isar sono venuti a studiare il Tagliamento. Qui da noi, invece, rincorriamo i progetti che gli altri hanno scartato». Una situazione ritenuta insensata da quanti si oppongono alle casse, tanto che l'intero incartamento relativo al fiume Isar, spedito nelle scorse settimane dal Wasserwirtschaftsamt, è stato presentato al procuratore Giovanni De Luca, affinché verifichi se visto il fallimento dell'analoga operazione in Baviera anche l'operazione friulana «non rischi di tradursi in un danno per la collettività, con enorme spreco di soldi». L'esempio d'oltralpe sarà al centro anche di una serie di conferenze pubbliche, che vedranno Acqua impegnata in diverse località rivierasche, per sensibilizzare la popolazione. La prima è in programma proprio a Spilimbergo il 25 febbraio prossimo. Hanno già annunciato la loro presenza anche diverse associazioni ambientaliste ed esponenti politici regionali.
Claudio Romanzin


Domenica 13/02/2005
MESSAGGERO VENETO ED. PN scarica pdf
Casse, ora i Verdi invalzano la Regione
-Opere devastanti,è urgente una verifica sui progetti e sull'operato dell'assessore-
il dibattito sui sistemi antipiene
Pinzano


Martedì, 15 Febbraio 2005
IL GAZZETTINO ED. UD
DIGNANO Prosegue fino a marzo la sottoscrizione promossa dall'associazione "Insieme per il Tagliamento"
Contro le casse 8 mila firme
Oggi a Udine una riunione sugli aspetti tecnici, compreso l'impatto ambientale
Di gnano _ Oltre 8 mila firme raccolte per di re "no" al progetto regionale sulle casse di espansione per la messa in sicurezza del Tagliamento . L'iniziativa della neocostituita associazione "Insieme per il Tagliamento ", di cui fanno parte gruppi che operano nei cinque Comuni rivieraschi coinvolti di Di gnano, San Daniele, Ragogna, Spilimbergo e Pinzano, andrà avanti per tutto febbraio e probabilmente nella prima parte di marzo. « Di firme vogliamo raccoglierne almeno 20 mila - afferma Franca Predetto del di rettivo - per far pesare anche la nostra voce». Di pari passi c'è un gruppo di lavoro "Comuni-associazioni", che intende prendere posizione sulle iniziative da intraprendere. «Non vogliamo che questo gruppo serva solo per ratificare ciò che fa la Regione - afferma il sindaco di Ragogna, Mirko Daffarra - ma che prenda anche posizione nel merito della vicenda per cui è nato e che è poi quella di opporsi al progetto regionale sulle casse di espansione ». Nel frattempo il "progetto casse " torna d'attualità oggi, in una riunione che ha per oggetto gli aspetti tecnici, compresa la valutazione d'impatto ambientale. All'incontro che è stato convocato dalla Di rezione regionale all'ambiente e si terrà nella sede della Regione di via San Francesco, a U di ne, prenderanno parte i tecnici del progetto, sindaci, esponenti del Wwf e delle associazioni ambientaliste. L'associazione "Insieme per il Tagliamento " scende in campo per di re la sua a proposito delle notizie di ffuse attraverso il sito della Regione sulle casse . Fra le righe vi si legge di come sia oggetto per i citta di ni di un tavolo di concertazione al quale partecipano oltre alla Regione anche le associazioni e i Comuni coinvolti.
Ivano Mattiussi


Mercoledì, 16/02/2005
IL GAZZETTINO ED. UD
AMBIENTE Casse di espansione Ok alla nuova commissione
Udine
(loma) Ulteriore passo in avanti sul progetto di realizzazione delle casse di espansione del fiume Tagliamento. Ieri mattina a Udine si è tenuta la riunione informale, convocata dall'assessorato ai Lavori pubblici e ambiente, per definire l'elenco dei soggetti istituzionalmente abilitati a far parte della Commissione regionale per i Lavori pubblici che dovrà esaminare il progetto preliminare della tanto discussa opera, provvedendo ad esprimere anche un parere in merito come voluto dalla giunta regionale. Si tratta di una commissione differente dal tavolo tecnico creato dall'assessore Gianfranco Moretton nei mesi scorsi, nel quale sono rappresentanti anche i comitati dei cittadini e le associazioni ambientaliste. La commissione di cui si è discusso ieri, infatti, come previsto dall'articoli 41 della legge regionale 14/02 chiamerà a raccolta solo i soggetti titolari ad esprimere un parere obbligatorio. Ecco, quindi, che dovrebbero farne parte le amministrazioni comunali sul cui territorio insiste il bacino idrografico del Tagliamento, le aziende dei servizi sanitari di Udine e di Pordenone, la Soprintendenza, gli uffici regionali per il nulla osta paesaggistico ed idraulico e , probabilmente, le due Province di Udine e Pordenone, competenti per la viabilità stradale che potrebbe essere modificata dall'intervento. Questa commissione dovrà esaminare il progetto preliminare, che prevede la realizzazione di tre casse di espansione per far fronte ad eventuali piene del fiume, collocate come voluto dall'Autorità di bacino a valle della stretta di Pinzano e sulla sponda destra del corso d'acqua. Avere un confronto unico con tutte le parti coinvolte consentirà all'amministrazione regionale di avere tempi più brevi per affrontare l'iter burocratico. Ottenuto il parere, si procederà con la stesura del progetto definitivo, sul quale potranno esprimersi anche cittadini e associazioni ambientaliste.


18 febbraio 2005
IL NUOVO FRIULI
Lettera aperta dell'Assoc. Assieme per il Tagliamento

"Sul Sito della Regione Friuli Venezia Giulia sono recentemente comparse alcune notizie che "informano" i cittadini di come il progetto riguardante le casse di espansione sul Tagliamento sia oggetto di un tavolo di concertazione a cui partecipano oltre alla Regione anche le associazioni ambientaliste e i Comuni

Tale metodo, dovrebbe prevedere la più ampia partecipazione pubblica attraverso un sistema in cui tutti i principali soggetti e portatori di interesse che agiscono sul territorio sono chiamati ad esprimersi e ad ascoltarsi. Il tutto dovrebbe avvenire in modo trasparente e soprattutto non blindato o viziato da scelte già prese a monte senza avere a suo tempo coinvolto gli stessi soggetti. Insomma il metodo della partecipazione, come raccomanda la stessa Unione Europea, dovrebbe prevedere l'ascolto delle opinioni dei cittadini prima e non dopo, averli correttamente informati.

Ma anche questa volta l'impressione è che si voglia ignorare la vera opinione della gente tirando fuori il progetto dal cilindro come farebbe un abile prestigiatore spacciandolo implicitamente come già acquisito e quindi irrinunciabile. Solo così si spiega la affermazione dell'Assessore all'Ambiente Moretton per il quale quello delle casse "è un treno già in piena corsa, ormai impossibile da fermare!"

Alla prova dei fatti le serate organizzate in maniera assolutamente laica e non partigiana da parte di comitati spontanei di cittadini, trasversali alle varie fazioni partitiche per informare la popolazione dell'entità del progetto, hanno visto una partecipazione senza precedenti. La gente solo dopo avere acquisito tutti i dati necessari per capire la reale portata e le caratteristiche del progetto, ha potuto organizzarsi per preparare altre serate di informazione e per raccogliere migliaia e migliaia di firme contro il progetto stesso. A questo punto non è stato neppure necessario insistere perché ai tavolini della neo nata Associazione "Assieme per il Tagliamento" la gente, accorresse a firmare. Insomma a dispetto di quanto "qualcuno" ha voluto farci credere non è assolutamente vero che tutte le associazioni ambientaliste e la maggioranza dei Comuni rivieraschi, erano già sostanzialmente d'accordo con questo assurdo progetto. Vero è esattamente il contrario: gran parte dei cittadini, associazioni e tutti i Comuni dell'alto Tagliamento sono invece concordi nel sostenere, senza possibilità di smentita, che fra tutte le opzioni possibili quella del progetto presentato è di gran lunga la peggiore. I più ingenui immaginavano le casse come sorta di interventi di riqualificazione ambientale; ma hanno dovuto aprire gli occhi: con il Progetto infatti, anziché prevedere lo scavo di bacini di espansione più o meno naturaliformi al margine del letto fluviale (per consentire il temporaneo accumulo delle acque nei momenti di piena) si vuole mettere in cantiere l'innalzamento di argini di cemento armato di dimensioni faraoniche eretti direttamente all'interno del greto ( fino a 10 metri di altezza). Tale opera di cementificazione, se passasse, basterebbe da sola a stravolgere definitivamente il paesaggio fluviale più unico che raro del Tagliamento. Da più parti questa opera è vista ormai come un intervento di speculazione utile solo ad occupare nuovi spazi di pertinenza fluviale e a far "girare" un po' di danaro pubblico. Se il progetto passasse davvero, un'immensa colata di cemento imbriglierebbe il fiume senza garantire per nulla la sicurezza dei cittadini dei comuni rivieraschi come già evidenziato da alcune esperienze d'oltralpe che hanno dimostrato l'esatto contrario: basti citare fra tutti l'esempio del fiume Isar, nei pressi di Monaco di Baviera: dopo aver svolto interventi simili a quelli che si vorrebbero realizzare per il Tagliamento, si è ora deciso di smantellarne gli argini e di aiutare il fiume a recuperare parte della sua originaria naturalità. Ricercatori e docenti universitari vengono da mezzo mondo per esaminare il Tagliamento ormai considerato un ecosistema unico in ambito europeo: una sorta di laboratorio fluviale da studiare per evitare i molti errori del passato. Di proposte alternative ce ne sono già parecchie: vanno dallo sghiaiamento dell' alveo, alla possibilità di permettere al fiume di riappropriarsi (nel corso delle piene più imponenti) di quei i tratti di sua pertinenza che gli sono stati sottratti dall'uomo in epoche recentissime. Le acque di piena potrebbero essere facilmente convogliate più a valle, nelle naturali depressioni di esondazione della bassa pianura alluvionale friulana. Per risolvere il problema dei raccolti rovinati dalle eventuali piene, basterebbe creare un fondo per indennizzare gli agricoltori: si calcola che le migliaia di milioni di euro risparmiati evitando l'imponente opera idraulica, basterebbero ad indennizzare i coltivatori per i prossimi tre secoli (considerando l'enorme previsione di spesa e i tempi di ritorno degli eventi calamitosi calcolati nella media in alcune decine di anni).

A Moretton che un po' furbescamente insiste con la storia del treno già partito rispondiamo che è l'Assessore all'Ambiente di questa Regione e non un capo stazione e che comunque, volendo richiamare la sua infelice metafora, quel treno, buona parte della gente interpellata è decisa a farlo deragliare"
ASSOCIAZIONE ASSIEME PER IL TAGLIAMENTO



Sabato 19/02/2005
IL GAZZETTINO ED. UD scarica pdf
Azione bipartisan sulle casse di espansione
Udine


Domenica, 20 Febbraio 2005
IL GAZZETTINO ED. PN
ARBA : Diga, chiesto un tavolo con la Regione
Arba (lor.pad.) Se venerdì il Comune di Pordenone e il Consorzio Bonifica Cellina-Meduna avevano riba di to le loro posizioni sul ruolo fondamentale rivestito dalla di ga di Colle nella prevenzione delle piene, ieri sulla vicenda è intervenuto il sindaco di Arba Elvezio Toffolo che, oltre a chiedere un urgente intervento della Regione, ha preannunciato l'avvio di una serie di iniziative pubbliche volte a sensibilizzare la popolazione e ha inoltre ufficializzato un incarico di consulenza all'avvocato Francesco Longo in qualità di esperto di di ritto ambientale. «Il convegno di Pordenone ha riba di to quanto già sapevamo sulle intenzioni di realizzare la "traversa" di Colle. A questo punto è in di spensabile che sia la Regione a convocare un tavolo di trattative per verificare il da farsi. È finito il tempo del di alogo con Pordenone: l'assessore Carniello si di mostrava sempre molto sensibile alle nostre preoccupazioni, ma veniva puntualmente sconfessato dalle di chiarazioni del sindaco Bolzonello il quale sostiene un unico intervento, la di ga di Colle. Il Piano di bacino conteneva invece numerose altre opere da realizzarsi prima e in alternativa allo sbarramento, ma ormai di queste sembra essersi persa ogni traccia».
«L'urgenza di convocare le parti - spiega Toffolo - deriva dal rischio di ritrovarsi con la macchina burocratica già avviata, come è accaduto per le casse di espansione sul Tagliamento , senza poterla bloccare. Il Comune di Arba chiede che vengano valutati costi e benefici di ogni singolo intervento previsto dal Piano di bacino. Se è vero, infatti, che la di ga di Colle garantirebbe un grosso beneficio alla pianura, è altrettanto vero che la pedemontana sconterebbe un di sagio insopportabile, anche oltre i confini dei quattro comuni di rettamente interessati: oltre ad Arba, Cavasso Nuovo, Meduno e Sequals.


Domenica, 20 Febbraio 2005
IL GAZZETTINO ED. PN
I DIBATTITI - Si schiera anche Corona
Spilimbergo
Sulle casse di espansione scende in campo anche Mauro Corona. Lo scalatore-scrittore ha risposto positivamente all'invito di intervenire alla conferenza pubblica, organizzata per sabato alle 10 nella casa dello studente di via Udine, a Spilimbergo. Nel corso dell'incontro, che è stato organizzato dall' associazione "Acqua insieme" con i comitati che fanno parte di Assieme per il Tagliamento, l'ingegner Raffaele De Bernardo parlerà del progetto delle casse e su quanto sta accadendo in Baviera. Saranno inoltre proiettate immagini, che illustreranno l'argomento. Vi prenderanno parte altri esperti, amministratori pubblici e rappresentanti di varie forze politiche. L'iniziativa sarà ripetuta nelle settimane successive in altri centri della regione, interessati a vario titolo alla regimazione delle acque: San Vito al Tagliamento, Codroipo e Latisana. L'obiettivo che si prefiggono gli organizzatori è di far capire che le casse costituiscono una soluzione che non offre garanzie di sicurezza e ormai superata, come dimostrerebbe la decisione presa in Germania dalla locale Autorità di bacino. Cla.Ro.

riceviamo:




Martedì, 22 Febbraio 2005
IL GAZZETTINO ED. UD
«Ramintrecciati» pro Tagliamento

«Ramintrecciati» apre il dibattito sul Tagliamento . La pubblicazione del Wwf (primo numero) intende raccogliere le osservazioni di tutti gli interessati sulla vicenda « Tagliamento », un patrimonio naturalistico tra i più interessanti d'Europa. «Ramintrecciati - scrive in un nota Nicoletta Toniutti del Wwf European Alpine Programme - si propone non solo di informare su acquisizioni importanti in ambito legislativo tecnico e scientifico ma anche di far circolare idee e mettere in contatto soggetti di versi che per vari motivi, di fficilmente di alogano». «Il confronto che vogliamo rilanciare - sostiene Nicoletta Toniutti - è sulla possibilità di affrontare il problema delle inondazioni, così come quello della siccità e dell'approvvigionamento idrico in una prospettiva di massima tutela della naturalità del fiume». Nel primo numero figurano un commento di Nicoletta Toniutti sulla di rettiva quadro acqua 2000/60/ Ce, un articolo sul caso della campagna «Loire Vivante», una gestione sostenibile dalla risorsa fiume, una ricostruzione della vicenda Tagliamento e in particolare del progetto di realizzazione delle casse d' espansione . L'opuscolo si chiude con una dettagliata informazione del programma europeo Wwf per le Alpi.


25 febbraio 2005
IL NUOVO FRIULI - LETTERE
Casse, l'assurdo silenzio della Regione
Mirco Bernardis &endash; Casarsa della Delizia

Ho saputo qualcosa di più sulle casse di espansione previste nel greto del Tagliamento solo dopo essere stato fermato presso uno dei tanti banchetti dove si stanno organizzandola da alcune settimane le raccolte di firme contro questo "incredibile" progetto. Ho firmato. Sono contento di averlo fatto!.. molto meno di aver sostenuto con il mio voto la maggioranza che attualmente governa questa Regione. Grazie a questo episodio ho anche potuto riflettere meglio su alcune convinzioni (di cui stavo già prendendo coscienza) sul modo di gestire la politica ambientale da parte di questa Regione. Come è possibile che migliaia di cittadini friulani abbiano potuto essere messi al corrente sulla sostanza di un opera faraonica di un tale impatto ambientale (che si può tradurre sinteticamente nella cementificazione selvaggia del fiume) soltanto presso i banchetti organizzati da parte di alcuni temerari volontari? Sulla questione si sono sentite alcune generiche e rassicuranti voci fatte circolare ad arte da parte di alcuni organi regionali; ma esse paiono molto distanti dalla realtà. Credevo che il dovere di informazione su opere di un tale impatto ambientale facesse parte integrante del metodo di partecipazione pubblica che è il sale stesso della democrazia. Ma nella realtà dei fatti, pare proprio che si preferisca tenere i cittadini all'oscuro e lontani dalle scelte istituzionali ed amministrative che li riguardano. Tutto ciò forse, nella speranza od illusione di trovare così la strada più facilmente spianata rispetto ai possibili e fastidiosi inconvenienti eventualmente generati da prese di posizione della popolazione che nascono nella coscienza profonda e nel senso di radicamento della gente con il proprio territorio (come del resto è naturale che sia!). A questa Regione diretta da un Governatore che (in compagnia di alcuni suoi Assessori che si "dovrebbero" occupare di materie ambientali e della corretta circolazione dell'informazione ad esse collegate) sembra assumere sempre di più quei connotati che il comune linguaggio giornalistico definisce come "berlusconiani"chiedo: "se volete ancora i nostri voti per favore DISTINGUETEVI fate qualcosa di sinistra!" ma soprattutto "fate almeno qualcosa che sia ambientalmente sostenibile ed accettabile!"


sabato 26 febbraio 2005
IL NUOVO FRIULI
Lettera aperta all'assessore Moretton
Nicoletta Toniutti *

Egregio Assessore,
la determinazione con cui la giunta regionale sta sostenendo il progetto per la costruzione di una delle tre casse di espansione previste dal Piano stralcio per la sicurezza idraulica del Tagliamento, esige alcune chiarificazioni:

1.la cassa di espansione che verrebbe costruita all'interno del Sito di importanza comunitaria non è finalizzata a garantire la sicurezza, ma a spendere i finanziamenti statali che altrimenti andrebbero "persi";

2. i principi introdotti dalla Direttiva EU 2000/60/CE del 20/10/2000 vengono gravemente ignorati;

3.la proposta del WWF di costruire le casse di espansione in un'altra area del corridoio fluviale del Tagliamento, velocemente liquidata dall'Autorità di Bacino, è ragionevole e sostenibile, tanto è vero che Lei stesso prevede altre ubicazioni per le rimanenti casse;

4.la Giunta regionale, nonostante quanto va sostenendo, ha rinunciato ad una pianificazione di bacino basata sul ripristino degli equilibri idrogeologici ed ambientali per garantire sicurezza idraulica, qualità ambientale e valorizzazione paesistica.

5.la Giunta regionale è decisa a distruggere irrimediabilmente uno degli ecosistemi fluviali più importanti d'Europa. In questo contesto s'inquadra la sicumera con cui si afferma la necessità di costruire la prima cassa di espansione nel medio corso del Tagliamento e l'efficienza con cui le casse di espansione funzionerebbero comunque. Su qualunque corso d'acqua della Regione, e probabilmente del globo, a prescindere dalla ubicazione, caratteristiche costruttive, condizioni idrologiche e morfodinamiche dei fiumi.
Si ammette poi, candidamente, che non ci sono denari per due delle tre casse, pure previste dal piano stralcio nel medio corso del Tagliamento in quanto " opere essenziali e risolutive per ridurre il rischio idraulico nel tratto di pianura del Tagliamento ". Delle due l'una: o il problema della sicurezza delle popolazioni rivierasche è sottostimato; oppure il piano stralcio non interpreta al meglio la realtà del territorio. Come Lei sa, proprio quest'ultimo punto emerge in tutta evidenza dallo studio WWF per l'individuazione di alternative alle casse di espansione previste dal piano dell'Autorità di Bacino. Forse anche per questo la Regione, che Lei rappresenta, ha dato incarico al "gruppo di lavoro interdirezionale" di esaminare gli impatti ambientali che deriverebbero dalla realizzazione delle opere nel medio corso.
Pare ora che i verbali prodotti ci diano ragione affermando l'assenza di conoscenza approfondita dei valori ambientali presenti sul fiume Tagliamento, ribadendo l'ineludibilità di trovare soluzione alternative (sia a livello progettuale che pianificatorio), dichiarando il rischio di compromissione dell'integrità del sito di importanza comunitaria nel caso in cui il progetto delle casse di espansione selezionato venisse realizzato.
Si dirà allora che, efficientemente, la Regione ha preso immediatamente atto di queste importanti conclusioni stipulando un accordo con l'Università degli Studi di Udine, Facoltà d'Ingegneria, per "studi di approfondimento".
Certamente è una buona idea ma non basta poiché - come ci ricorda la Direttiva 2000/60/CE - la gestione dei fiumi deve avvenire alla scala di bacino secondo un approccio integrato in cui la componente idraulica - che nel nostro paese coincide con "ingegneristico" - non è l'unica e, oseremmo dire, neanche la più importante.
E mentre la norma europea si prefigge di impedire l'ulteriore deterioramento, la protezione e il miglioramento degli ecosistemi acquatici e degli ecosistemi terrestri connessi, attraverso l'applicazione di principi e misure che tengano conto della ecologia e della naturale dinamica dei fiumi, in quest'angolo d'Europa si preferisce far finta di non sapere. L'ecologia è un passatempo per ambientalisti perditempo.
Non siamo d'accordo. E non sono d'accordo neanche migliaia di consapevoli cittadini di questa Regione e d'Europa che, come sa, Le hanno fatto pervenire il loro dissenso in varie forme. Neanche la Commissione Europea pare disposta ad accettare motivazioni pretestuose e inesistenti, come dimostra il recente comunicato del 20 ottobre con cui si informa che la Commissione ha giudicato incompatibile con il Trattato Europeo la richiesta di finanziamenti, derivanti dall'applicazione della Legge nazionale 383 del 18 ottobre 2001 per compensare economicamente aziende colpite da calamità naturali, quali le inondazioni in varie province e Regioni italiane, tra cui il Friuli Venezia Giulia.

Pare, infatti, che non ci sia alcun nesso tra il piano di aiuti finanziari e il danno effettivamente verificatosi. La Commissione avrebbe chiesto integrazioni e approfondimenti ma le autorità italiane, a tutt'oggi, non sono state in grado di dare risposte convincenti.

Che altro aggiungere? Il WWF ha cercato di svolgere un ruolo di interlocutore responsabile e propositivo non avvallando la proposta di "mediazione" e di ridimensionamento del piano stralcio a "una cassa e poi per le altre si deciderà". Con il suo studio preliminare il WWF ha prospettato un percorso all'altezza dei tempi, individuando misure d'intervento opportune e coerenti con i principi espressi dalla Direttiva 60/2000/CE e dalle altre norme comunitarie pertinenti.

E', questa, l'unica proposta ed il solo approccio che, responsabilmente, il WWF può sostenere. Nell'interesse di tutti.

* Responsabile del Progetto Tagliamento - Programma europeo WWF per le Alpi


Domenica, 27 Febbraio 2005
IL GAZZETTINO ED. PN
Sindaci e associazioni contro le casse - Al convegno spilimberghese spunta il progetto tedesco: «Sarà l'ariete per battere Moretton»

Spilimbergo - Amministrazioni comunali e associazioni hanno deciso di unire le forze e di disegnare una comune strategia di combattimento per contrastare il progetto regionale delle casse di espansione. È questa la novità più importante al termine di due ore di convegno, che si è svolto ieri mattina alla casa dello studente a Spilimbergo. Una sala gremita ha accolto il relatore, Raffaele De Bernardo, che ha commentato sia il progetto dei bacini sul Tagliamento, che quello di contenuto opposto che riguarda il fiume Isar, in Baviera.

Grande assente, lo scultore, scrittore e scalatore Mauro Corona, uomo simbolo ormai delle lotte per l'ambiente e la cultura, che pure era stato annunciato fino al giorno prima. Erano invece presenti numerose autorità ed esponenti politici: da Maurizio Rozza dei Verdi al consigliere regionale di Rifondazione Pio De Angelis, dall'assessore provinciale Renzo Francesconi ai sindaci di Spilimbergo e Ragogna. A organizzare la riunione, l'associazione ambientale Acqua.

Cosa si è fatto e cosa si è detto? Innanzitutto per la prima volta sono state mostrate in pubblico le immagini relative al progetto di regimazione del Tagliamento, adottato dalla Regione. Ma, fatto più interessante ancora, sono state mostrate le immagini inviate dall'Autorità di bacino della Monaco, relative al progetto che si sta portando avanti nel land della Baviera, progetto che va esattamente nella direzione opposta a quello di Trieste. Ed è proprio questo l'ariete su cui i comitati hanno deciso di puntare per abbattere le posizioni dell'assessore regionale Moretton, accusate di essere tecnologicamente vecchie e di non aver superato l'esame dei più efficienti tedeschi. Tra gli interventi, a effetto quello del consigliere regionale De Angelis: «Se Trieste manda le ruspe ha affermato io mi metterò davanti per bloccarle». Di tono più sarcastico, invece, Renzo Bortolussi, presidente di Acqua: «Se la Regione farà le casse, organizzerò il giro turistico delle grandi opere del Friuli: dalla diga del Vajont alle casse di Pinzano e Spilimbergo, passando per il ponte di Tramonti». I sindaci Soresi e D'Affara, dal canto loro, esprimendo apprezzamento per l'azione svolta da comitati e associazioni, hanno annunciato l'intenzione di organizzare una grande riunione entro un paio di settimane, per concordare una linea d'azione comune con loro, con un calendario di iniziative di protesta. _Claudio Romanzin


Domenica, 27 Febbraio 2005
IL GAZZETTINO ED. PN
LA PROVINCIA - Sopralluogo a Latisana

Spilimbergo - Intervenendo a nome della Provincia di Pordenone, l'assessore Renzo Francesconi ha espresso il pieno appoggio dell'ente di piazza Costantini alle amministrazioni comunali e alle popolazioni interessate dalla realizzazione delle casse di espansione. Dopo aver ricordato che il presidente Elio De Anna si era già dichiarato contrario, firmando pure la petizione popolare, ha spiegato le linee sulle quali la Provincia intende muoversi ora. «La commissione ambiente ha detto dopo aver completato l'analisi del settore dei rifiuti, ha in calendario di occuparsi della questione della sicurezza del Tagliamento».

«A questo scopo - ha proseguito - si prenderanno in esame tutti gli studi finora compiuti e il progetto regionale, saranno effettuati dei sopralluoghi e si ascolteranno le comunità interessate, compresa quella di Latisana, per avere un quadro il più completo possibile. L'obiettivo è di produrre un nuovo documento che trovi d'accordo tutte le forze politiche». _Cla.Ro.


giovedi 02 marzo 2005
MESSAGGERO VENETO ED. PN cronaca di spilimbergo
"No alle casse, la campagna su Internet"




10 marzo 2005
MESSAGGERO VENETO ED. PN cronaca di spilimbergo
"Casse, 10 mila firme di contrari"
Prevista una catena umana tra i ponti di Pinzano e Dignano



Martedì, 29 Marzo 2005
IL GAZZETTINO ED. PN
AMBIENTE Casse, Acqua va in Regione
Spilimbergo
Una richiesta di audizione è stata inoltrata nei giorni scorsi dall'associazione ambientale spilimberghese Acqua alla quarta commissione regionale Ambiente, presieduta da Berto Fortuna Drossi. I motivi di questa richiesta sono spiegati dai componenti del consiglio direttivo dell'associazione:

«Noi ci siamo costituiti quattro anni fa con atto pubblico, soprattutto per affrontare la questione delle casse di espansione . Pensiamo senza presunzione di poter fornire un contributo per la soluzione delle piene del Tagliamento , consentendo nello stesso tempo di osservare la tutela dell'ambiente naturale. Di sponiamo di molti tecnici esperti del settore, oltre che di contatti con autorità straniere, che hanno già affrontato problemi simili. Il caso più eclatante è quello della vicina Baviera, dove siamo in contatto con la locale Autorità di bacino del fiume Isar. A nostro parere, il progetto delle casse , così come formulato, in realtà non risolve la situazione: illude soltanto le popolazioni a valle su una surrettizia sicurezza».

Di fronte alle ripetute sollecitazioni locali, però, la Regione ha deciso di procedere ugualmente. «Abbiamo più volte chiesto un confronto con le autorità regionali, ma non abbiamo mai avuto riscontro. Speriamo che questa volta - spiega il di rettivo di Acqua la commissione voglia ascoltarci, anche perché la documentazione giunta dalla Baviera secondo noi è di grande importanza per un confronto sui meto di di intervento adottati e sulle loro conseguenze».
Cla.Ro.



Sabato, 2 Aprile 2005
IL GAZZETTINO ED. PN
SPILIMBERGO Per ripristinare il letto la proposta prevede che gli agricoltori rinuncino alle coltivazioni "classiche" Tagliamento, Wwf "espropria" i campi

La ricetta degli ambientalisti: «Le Casse sono inutili, si devono recuperare terreni agricoli» Spilimbergo

Le casse sono inutili. Lo ha spiegato il Wwf in un convegno che si è svolto ieri sera a Spilimbergo. La ricetta alternativa prevede invece di ripristinare le aree esondabili che caratterizzavano un tempo il corso del fiume. Dal punto di vista pratico, vuol di re che nel me di o tratto del fiume, tra Pinzano e Spilimbergo, dovrebbero essere tolti o comunque ridotti i pennelli realizzati negli anni Trenta a protezione delle colture, per permettere alle acque di rioccupare gli spazi golenali in caso di piena. Ma questo è solo uno degli ingre di enti. La proposta (più volte è stato sottolineato questo termine, perché non si tratta di un progetto vero e proprio, ma dei risultati di uno stu di o, che dovrebbero essere approfon di ti e sviluppati in sede istituzionale) è stata presentata dalla dottoressa Nicoletta Toniutti davanti a una platea composta per la maggior parte da tecnici esperti. Il convegno infatti era organizzato dalla Associazione idrotecnica italiana, che riunisce in pratica gli ingegneri e i tecnici idraulici della regione. Ospiti interessati anche i sindaci e numerosi assessori di Spilimbergo e Pinzano. Da dove parte la proposta del Wwf? Da stu di condotti in varie parti del mondo, che hanno di mostrato secondo la relatrice l'impossibilità di garantire la sicurezza dei corsi d'acqua nel modo come finora si è agito, cioè con opere massicce di contenimento e di cementificazione. Anzi: le gravi alluvioni accadute a partire dagli anni '90 in tutta Europa (famosa quella che colpì la repubblica Ceca e la Germania) hanno di mostrato la necessità di rinaturalizzare i corsi d'acqua. Su questa linea si stanno già muovendo tra l'altro la Svizzera nei confronti dei fiumi Rodano e Thur, la Francia sulla Loira e l'Austria sul Danubio. Nel caso specifico del Tagliamento , i problemi nascono dall'eccessivo restringimento dell'alveo, avvenuto soprattutto nella bassa. Nel me di o Friuli, invece, dove la Regione vuole realizzare le casse di espansione , l'area golenale è di per sé molto valida ed efficace; basterebbe solo intervenire per ridurre l'impatto dei pennelli di di fesa realizzati sul lato destro, che hanno deviato il corso dell'acqua verso Di gnano. Di conseguenza, le aree attualmente coltivate sulla riva destra finiranno per di ventare inondabili; ma questo non deve essere un problema precisa il Wwf -, purché gli agricoltori sfruttino il territorio in modo di verso dall'attuale, rinunciando alle coltivazioni classiche come il mais e cercando di sfruttare i contributi europei che saranno di sponibili nell'ambito dei nuovi Piani di Sviluppo Rurale che si stanno mettendo a punto a Bruxelles. Altro elemento fondamentale, infine, è costituito dal miglioramento dell'informazione verso la popolazione e delle conoscenze tecniche sul fiume, che attualmente sono carenti.
Claudio Romanzin



Sabato, 9 Aprile 2005
IL GAZZETTINO ED. PN
CASSE D'ESPANSIONE - La Provincia ascolta la gente
Spilimbergo

Trasferta spilimberghese per la 6. commissione consiliare provinciale presieduta da Renzo Francesconi. Giovedì la riunione si terrà alle 16 alla casa dello studente della città del mosaico per affrontare il tema relativo alle casse d' espansione . In particolare gli appartenenti alla commissione potranno ascoltare i pareri delle varie persone invitate, al fine di compiere una panoramica del problema per poi re di gere un documento, che sarà di scusso in una delle prossime sedute del Consiglio. Ad aprire l'incontro sarà Renzo Scramoncin del consorzio di bonifica Cellina-Meduna il quale illustrerà il progetto riguardante la costruzione delle casse di espansione lungo il Tagliamento , per laminare le piene. Quin di è previsto l'intervento di un rappresentate della di rezione regionale dell'ambiente seguito da quello dei sindaci dei comuni di Spilimbergo, Pinzano, Di gnano, Ragogna, San Daniele e Latisana. Successivamente sarà la volta delle associazioni di categoria del mondo agricolo (Col di retti, Unione agricoltori e Cia) ed infine le associazioni ambientaliste che a vario titolo hanno seguito sin dai primi passi l'evolversi del progetto quali Wwf, Legambiente ed Acqua. All'incontro parteciperà anche il presidente della Provincia Elio De Anna. «Questa au di zione - spiega il presidente della 6. commissione consiliare Renzo Francesconi - è stata appositamente organizzata a Spilimbergo in quanto è uno dei comuni interessati dalla presenza del manufatto lungo il Tagliamento ».



Venerdì, 15 Aprile 2005
IL GAZZETTINO ED. PN
SPILIMBERGO - Il sindaco Soresi: «Progetto dannoso per il Tagliamento». Solo Latisana è favorevole

Casse, no da Comuni e agricoltori
Vertice della Commissione provinciale Ambiente. La grande assente è stata la Regione.

"Stessa spiaggia stesso mare" recitava una nota canzone. Così è anche per la lunga di atriba sulle casse di espansione del Tagliamento dove lo scontro tra Comuni, associazioni ambientaliste e rappresentati degli agricoltori resta quello di sempre. A fare la di fferenza, ieri a Spilimbergo in occasione dell'incontro organizzato dalla 6^ Commissione provinciale Ambiente, l'assenza della Regione. Una tavola rotonda voluta per chiarire le posizioni dei vari attori coinvolti nell'intervento per il quale l'Ente territoriale sta pre di sponendo il progetto esecutivo.

Solo contro tutti il Comune di Latisana si batte da tempo a favore del progetto che consentirebbe di scongiurare il pericolo innondazione della città dell'u di nese. Lo stesso sindaco citta di no, Micaela Sette, ha sottolineato che «l'intervento rientra in un più ampio progetto di opere pubbliche congiunte e in di spensabili le une alle altre tra cui, oltre alle casse , sono compresi la sistemazione degli argini del fiume e l'innalzamento del ponte ferroviario. Non si può aspettare il 2005 - ha aggiunto - per avanzare dei dubbi che potevano essere chiariti quando è stato presentato il Piano di stralcio. Invito i sindaci qui presenti e anche l'amministrazione provinciale - ha precisato - a farci visita a Latisana, per rendersi conto della reale minaccia in cui versa la popolazione». «Ricordo il clima di terrore - ha aggiunto l'onorevole Danilo Moretti - quando negli anni passati dovevamo annunciare ai citta di ni di prepararsi all'arrivo della piena».

Hanno fatto muro i cinque comuni di Spilimbergo, Pinzano, Ragogna, Di gnano e San Daniele che, di rettamente coinvolti nella realizzazione delle casse , si sono all'unanimità espressi negativamente nei confronti dell'intervento. «Ci opponiamo - ha esor di to il sindaco di Spilimbergo, Arturo Soresi - in quanto il progetto è dannoso per il fiume Tagliamento , ma anche per tutto il territorio situato tra i ponti di Pinzano e Di gnano. Oltre al problema dell'impatto ambientale - ha precisato - manca un accordo tra stu di osi e professinisti sulla sua opportunità». «Chie di amo una concertazione sul progetto e un rallentamento dell'iter - ha precisato il primo citta di no di Pinzano, Luciano De Biasio - affinchè si trovino soluzioni alternative che raccolgano il consenso sociale». Sulla stessa linea anche i rappresentanti degli altri tre Comuni che hanno sottolienato come «i tempi di ritorno per un'opera faraonica come le casse di espansione sono lunghissimi».

Uniti i rappresentanti di Col di retti, Unione degli agricoltori e Confederazione italiana agricoltori che hanno avanzato le preoccupazioni dei coltivatori per i quali risulterà necessario un indennizzo. Scetticismo anche da parte degli ambientalisti di Wwf, Legambiente e Acqua: ritengono necessario trovare delle soluzioni alternative.Stefania Del Zotto



Sabato, 16 Aprile 2005
IL GAZZETTINO ED. PN
SPILIMBERGO Sono un centinaio i proprietari interessati. Dal '98 c'è stato un crollo del valore dei terreni
Casse, salasso per i coltivatori
I vincoli lungo il Tagliamento sono già costati decine di milioni di euro alle aziende agricole
Spilimbergo

Le cifre sono da capogiro: ammontano infatti a decine di milioni di euro i danni per gli agricoltori che coltivano la fascia del me di o corso del Tagliamento , fra Pinzano e Spilimbergo, la stessa interessata dalla costruzione delle casse di espansione . E il danno in effetti si lega proprio a questa vicenda. Una situazione drammatica, ma spesso sottovalutata nel di battito pro o contro le casse .Di solito, infatti, si sottolineano gli aspetti ambientali (sicuramente fondamentali) e quelli politici. Ma quelli economici e sociali sfuggono all'opinione generale. Dal 1998, in tutta la zona interessata dal piano dell'Autorità di bacino per la messa in sicurezza del fiume, sono in vigore dei vincoli di salvaguar di a, che limitano l'attività primaria, senza peraltro che gli agricoltori abbiano ancora ottenuto alcun risarcimento dalla Regione. Ma quante sono le aziende interessate e qual è la per di ta effettiva di valore dei campi vincolati? La prima risposta è facile: nelle grave tra Pinzano e Spilimbergo operano circa una trentina di aziende di grossa di mensione (che sono definite di livello europeo), che si estendono per una superficie me di adi 20-30 ettari. Poi ci sono gli appezzamenti minori, in qualche caso a gestione familiare, in quale altro proprietà secondarie di aziende che hanno altrove i posse di menti maggiori: in tutto un centinaio circa di proprietari, con uno-due ettari a testa di me di a. Totale: circa un migliaio di ettari di proprietà privata messi a coltivazione. Quanto valgono queste terre? Prima del '98, un ettaro in zona Tagliamento poteva essere venduto, soldo più soldo meno, a 40 milioni di lire. Ma i viticoltori, soprattutto quelli provenienti dalla vicina Rauscedo, patria mon di ale delle barbatelle, hanno pagato come risulta dai contratti di acquisto - anche più del doppio: 80 milioni di lire all'ettaro, in considerazione del fatto che si tratta di una zona particolarmente vocata alla vite (Grave del Friuli doc). Moltiplicando il valore dei terreni per l'estensione, si ottiene una cifra variabile dai 40 agli 80 miliar di di lire, pari sulla carta a 20-40 milioni di euro. Ma se si considera che con l'introduzione dell'euro il valore della lira è precipitato in modo molto pesante, il valore reale ad oggi andrebbe dai 30 ai 60 milioni di euro. Quanto vale oggi tutto questo? Nulla. Nel senso che i terreni, con i vincoli a cui sono sottoposti, non sono ven di bili. Di fatto, a setto anni di di stanza dall'inizio dell'operazione casse (ma alcuni vincoli di pendono dall'in di viduazione del Sic e dell'Aria), i proprietari si ritrovano oggi con un danno economico a sette zeri, e questo per il solo valore del terreno (non è stato considerato il valore aziendale) al momento attuale. Si capisce quin di con quali preoccupazioni gli agricoltori seguono lo sviluppo del piano delle casse e il motivo della ruggine che li oppone al mondo politico locale e regionale, colpevole di cono loro - di aver fatto i conti senza i di retti interessati.
Claudio Romanzin

 

 

Venerdì, 22 Aprile 2005
IL GAZZETTINO ED. PN
Casse d'espansione La Regione accelera le procedure
Spilimbergo

La decisione presa ieri dalla Direzione centrale ambiente e lavori pubblici della Regione che ha dato il via libera alla "Commissione" perché esamini il progetto preliminare delle opere per controllare le piene del medio-basso Tagliamento dovrebbe suscitare polemiche. Quelle storiche relative alle "famigerate" casse di espansione . Le valutazioni di impatto ambientale saranno effettuate sul progetto definitivo. La notizia dell'accelerata del progetto " casse " non è giunta inattesa negli uffici dei 5 Comuni interessati che però speravano s'attendesse l'esito del ricorso al Tar.

NELLE PAGINE FVG
Si accelera sulle casse di espansione
Spilimbergo

Susciterà sentimenti contrastanti la decisione assunta ieri dalla Di rezione centrale Ambiente e Lavori Pubblici della Regione, che ha dato il via libera alla "Commissione dei lavori pubblici" per l'esame del progetto preliminare delle opere necessarie alla eliminazione delle piene del medio e basso corso del fiume Tagliamento . Vale a di re, per la realizzazione delle discusse casse di espansione .

A seguito dell'esame del progetto preliminare da parte della neo insediata commissione, le valutazioni di impatto ambientale e di incidenza saranno invece effettuate con separata procedura direttamente sul progetto definitivo. La notizia dell'accelerata nelle operazioni preliminari alla costruzione delle " casse " non è giunta inattesa negli uffici municipali di Dignano, Pinzano, Ragogna, San Daniele e Spilimbergo (i cinque comuni interessati dal manufatto), ma nessuno si attendeva così tanta solerzia. Anzi, in molti custodivano la segreta speranza che la Regione prendesse tempo, soprattutto dopo il ricorso al Tar da parte delle 5 amministrazioni comunali e dopo la presentazione di una petizione con oltre 10mila firme raccolte in questi mesi dai comitati contrari a questo tipo di soluzione per la laminazione delle piene.

Tra la popolazione del medio corso del Tagliamento c'è infatti l'opinione diffusa che si sarebbero dovute studiare misure alternative e meno impattanti per far fronte al problema delle esondazioni, in considerazione del fatto che il fiume Tagliamento, per le sue caratteristiche peculiari, è unanimemente considerato l'ultimo fiume alpino naturale d'Europa e, per questo, è oggetto di studi da parte di esperti di tutto il continente. Rispetto all'impatto che si determinerà sull'ambiente, è impossibile fare una graduatoria, anche se appare chiaro che sarà Pinzano a pagare il dazio maggiore da quest'opera che ricadrà quasi interamente sul suo territorio. Per chi prepara manifestazioni di protesta, c'è chi può finalmente tirare un sospiro di sollievo: si tratta di tutta la Bassa friulana e di Latisana in particolare, che avranno a di sposizione uno strumento di difesa tarato sulle massime piene degli ultimi cent'anni. In buona sostanza, un evento come quello del 1966, con l'entrata in funzione delle casse, non dovrebbe creare problemi.
Lorenzo Padovan






28 aprile 2005
IL GAZZETTINO ED. PN
"Non rienta nel comitato per le casse di espansione
La Provincia di Pordenone protesta per l'esclusione

Pordenone - (cla.ro.) L'ultima iniziativa della Regione sulle casse di espansione non è piaciuta alle Province, né a quella di Pordenone né a quella di Udi ne. Lo scorso 15 febbraio la Regione aveva convocato una riunione, cui erano stati invitati tutti i soggetti interessati, compresi i Comuni e le due Province, per presentare il progetto delle casse , in vista dello studi o di Valutazione di Impatto ambientale. In quell'occasione ci si era impegnati a far avere in tempi brevi tutta la documentazione, in modo che ogni ente presentasse le sue osservazioni. «Invece spiega l'assessore provinciale all'ambiente per la Destra Tagliamento , Renzo Francesconi da quella volta a Pordenone non ne abbiamo saputo più nulla. E nella stessa situazione si è trovato anche il collega di Udi ne. La Regione prima ci ha coinvolto, e poi ci ha completamente ignorato. Pochi giorni fa è stata mandata ai sindaci una nuova comunicazione, che stabilisce in pratica l'avvio della procedura semplificata per la Via. E anche in questo caso le Province sono state lasciate fuori». Di qui la protesta nei confronti della Regione da parte dell'ente di piazza Costantini, che negli ultimi tempi si era interessato in modo intenso al di scorso delle casse : ultima la riunione svoltasi la scorsa settimana alla Casa dello Studente di Spilimbergo, cui sono intervenuti Autorità di Bacino, amministratori, agricoltori e ambientalisti. Ma anche in quel caso si era notata infatti l'assenza dei rappresentanti della Regione, pur invitata ufficialmente, per spiegare il piano di intervento. Un vuoto che aveva già creato dei primi malumori, che ora l'esclusione dalla procedura di Via ha fatto crescere, fino a determinare la forte presa di posizione di Francesconi.



Martedì, 3 Maggio 2005
IL GAZZETTINO ED. PN
SAN MARTINO AL TAGLIAMENTO
Si terrà venerdì sera - Casse, nuovo incontro

Le casse di espansione spiegate alla popolazione. È previsto per venerdì alle 20.45, nella sala consigliare in piazza Umberto I, un incontro con la popolazione per parlare di casse di espansione , una serata di informazione sul tema: "Il Tagliamento , re dei fiumi alpini: motivi di stu di o e di intervento". L'iniziativa è stata messa in atto dall'amministrazione comunale per rispondere alle esigenze della comunità. Infatti nei mesi scorsi sono arrivate in Comune di verse richieste da parte di privati citta di ni per avere informazioni su questo argomento. L'intento è puramente a scopo conoscitivo e si avvalorerà del contributo di alcuni assessori che spiegheranno alla platea la tematica. Daranno il loro contributo Renato Gubian, consigliere comunale di Flaibano, Gianpiero Contardo, consigliere comunale di San Daniele del Friuli e Nicoletta Toniutti del Wwf regionale Friuli Venezia Giulia. Moderatore sarà lo scrittore Dani Pagnucco. Si terranno relazioni sugli aspetti ambientali e storici e sul progetto delle casse di espansione . Infine sarà presentato lo stu di o del Wwf per l'in di viduazione di alternative alle casse di espansione . Queste ultime sono degli enormi "vasconi", dei bacini artificiali con argini in cemento aventi altezza compresa tra 7 e 10 metri, ai quali si aggiungono traverse, protezioni spondali e una condotta forzata per convogliare l'acqua dentro alle casse . «Mi auguro una partecipazione in massa dei citta di ni di San Martino e quelli dei comuni vicini» - ha fatto sapere l'assessore Francesco Del Bianco. L'incontro è aperto a tutti. Al termine degli interventi dei relatori è previsto un di battito.



Venerdì, 6 Maggio 2005
IL GAZZETTINO ED. PN
SPILIMBERGO "Assieme per il Tagliamento" precisa che i due comitati agiscono separatamente con la petizione

Casse d'espansione, lite sulle firme
Depositate ieri in Consiglio regionale le prime 5 mila 700 del comitato "Acqua" di Bortolussi

«Non abbiamo consegnato alcuna firma in consiglio regionale. Ne abbiamo raccolte sinora circa 10mila, ma proseguiremo fino al 15 maggio con la petizione per dire no alle casse d'espansione sul Tagliamento». Sono parole di Franca Pradetto del comitato "Assieme per il Tagliamento" che raggruppa tutti i Comuni che si trovano sull'asse del grande fiume friulano, da Forni di Sopra a San Michele al Tagliamento. Una precisazione doverosa, secondo Pradetto, perchè si era sparsa la voce che "Assieme" avesse portato le firme a Trieste. «Non c'entriamo nulla con "Acqua" e non so cosa rappresenti quel comitato - sottolinea Pradetto - Le firme presentate in Regione sono di "Acqua", e non nostre. Il comitato di Bortolussi non fa più parte di "Assieme per il Tagliamento" dallo scorso dicembre». Una lite sulle firme? Parrebbe proprio di sì, o, se si preferisce, una dura precisazione.

E in effetti in consiglio regionale sono state presentate ieri dal presidente di "Acqua", Renzo Bortolussi, 5mila 700 firme contro la realizzazione delle casse d'espansione. Una copia del plico è stata spedita anche al ministero dell'Ambiente a Roma e alla Commissione Ambiente dell'Unione europea.

«Abbiamo preferito consegnare subito una parte delle firme raccolte (le altre saranno depositate la prossima settimana ndr) anzichè aspettare di averle tutte pronte - spiega Renzo Bortolussi - perchè era importante agire entro questa settimana. Per il 10 maggio, infatti, è in programma una riunione molto importante alla quale sono stati convocati i sindaci dei Comuni interessati per dibattere sulla valutazione dell'impatto ambientale. Abbiamo voluto dare un segnale: prima che inizino le discussioni, amministratori e tecnici regionali devono prendere atto di quella che è la volontà della popolazione interessata».

L'iniziativa è appoggiata anche da alcuni consiglieri regionali. «Abbiamo consegnato la petizione anche ad Antonio Martini, già presidente del consiglio regionale - prosegue Bortolussi - che ci ha assicurato il suo impegno a portare il materiale in visione alla prima riunione della quarta commissione Ambiente di cui fa parte. Abbiamo avuto modo anche di prendere contatto con il consigliere Pio De Angelis». E a portare personalmente le firme a Roma sarà il parlamentare Edouard Ballaman, questore della Camera.

La petizione di "Acqua" si basa su tre punti fondamentali: il primo è che la valutazione di impatto ambientale doveva essere effettuata prima di assegnare il progetto esecutivo; il secondo è la mancanza di consenso sociale al piano stralcio messo a punto dall'Autorità di bacino tra il 1996 e il 1997; il terzo riguarda i rischi di devastazione dell'ambiente naturale del fiume come conseguenza dei lavori.



domenica, 8 Maggio 2005
IL GAZZETTINO ED.
UD Friuli Collinare
 

 

Martedì, 10 Maggio 2005
Il Gazzettino
Commissari, sopralluogo a Pinzano

Estromesse dalla Regione dal di battito sulle casse di espansione progettate per la sicurezza del Tagliamento , anche le Province, e in particolare quella di Pordenone, intendono invece di re la propria e avre quindi voce in capitolo sulle decisioni finali. Per questo l'argomento è all'ordi ne del giorno della sesta Commissione consiliare "Ambiente", la quale è stata invitata a presentare un ordi ne del giorno al Consiglio. Per predi sporlo a ragion ovviamente veduta, i commissari provinciali pordenonesi si erano già riuniti tempo fa a Spilimbergo, ma in quella occasione non vi erano presenti rappresentanti della Regione, né politici, né tecnici. Per questo è stato fissato un nuovo rendez-vous che avrà luogo il prossimo 20 maggio, questa volta nel municipio di Pinzano.

In quell'occasione i consiglieri provinciali esamineranno il progetto preliminare della prima cassa elaborato dalla Regione, dopo di che si recheranno sul greto del fiume per esaminare de visu la situazione che si verrebbe a creare nell'area destinata alla costruzione della prima cassa.



Mercoledì, 11 Maggio 2005
Il Gazzettino
Summit con sindaci e Wwf Illy: «Nessuna alternativa»

Trieste - La Regione vuole a tutti i costi le casse di espansione sul fiume Tagliamento per scongiurare, in futuro, le piene. E, conseguentemente, i gravi danni che possono subire le popolazioni di alcuni paesi del Friuli Venezia Giulia. Lo ha fatto sapere a chiare lettere anche ieri il presidente della Regione, Illy: «Non esiste una alternativa valida, abbiamo già assegnato uno stu di o e le prime decisioni sono state assunte». E ieri a Trieste, nella sede dell'assessorato all'Ambiente e Protezione civile, si è tenuto un summit con i sindaci dei paesi coinvolti (Latisana, Spilimbergo, Di gnano, Pinzano, Ragogna e San Daniele) e le associazioni ambientaliste (dal Wwf a Legambiente), di concerto con il vicepresidente della giunta Moretton, per fare il punto sulla procedure. Legge 14, tempi e valutazione di impatto ambientale sono stati i temi all'or di ne del giorno. I no di da sciogliere - da parte degli ambientalisti - sono ancora molti. Saranno, invece, i primi citta di ni a dover rispondere entro poche settimane. Si va avanti, non si molla. A sottolinearlo Legambiente e nei giorni scorsi anche il Wwf quando aveva fatto sapere che «grazie alla legge regionale 14/2002, varata dal precedente governo di centrodestra l'iter di approvazione escluderà tutti i soggetti che non sono ritenuti competenti dal proponente l'opera»



Giovedì, 12 Maggio 2005
Il Gazzettino
LATISANA Il sindaco Sette ha incontrato l'assessore Moretton e ha richiesto il preliminare di progetto delle casse d'espansione Un modello idraulico presto in funzione

Servirà a studiare le reazioni del Tagliamento di fronte agli interventi sugli argini a valle
Latisana - -Diaframmature degli argini a valle e casse di espansione a monte: con tali stratagemmi le paure che da sempre tormentano i sonni dei latisanesi dovrebbero avere i mesi contati. Doppio l'appuntamento sui due fronti per il sindaco Micaela Sette, che ha trascorso l'intera giornata di martedì a di scutere di Tagliamento . Sul terreno di Latisana sarà decisivo il modello idraulico, affidato a un professore dell'università di Trieste, che sonderà il possibile comportamento del fiume di fronte agli interventi messi in campo. Il test di reazione del corso d'acqua sarà decisivo per passare fra un paio di mesi al progetto preliminare. La di aframmatura riguarderà gli argini, che vanno da Latisanotta a Sabbionera, oltre il complesso dell'ospedale. In particolare, la sabbia scavata per l'allargamento dell'alveo, in corrispondenza del centro storico, permetterà di ampliare il rilevato arginale all'altezza del campo sportivo, dove non è possibile di aframmare. A di scutere sul progetto assieme al sindaco, l'ingegner Gian Pietro Majerle per il Magistrato alle acque di Venezia, l'assessore ai lavori pubblici Giacomo Perosa e l'architetto comunale Chiara Bertolini. Nel pomeriggio, invece, si è ridi scusso con l'assessore regionale Moretton dello spinoso problema "casse di espansione ", che di recente sta sollevando un'agguerrita mobilitazione a Spilimbergo con la raccolta di migliaia di firme contro la realizzazione dell'opera. «L'iter sta andando avanti - ha riferito ieri il sindaco Micaela Sette - ed è questo l'importante. Il preliminare di progetto è stato inviato ai Comuni dell'Alta e ho richiesto che ne sia spedi ta una copia anche al protocollo del nostro Comune. Poi la valuteremo insieme ai tecnici e all'intero consiglio comunale».
Elisa Fantin



Giovedì, 12 Maggio 2005
Il Gazzettino
SPILIMBERGO
Matteoli ha annunciato che se si renderà necessario manderà un inviato per raccogliere dati
Casse, a Roma le firme contro
Ballaman ha consegnato ieri al ministro all'Ambiente la prima tranche della petizione

Spilimbergo - Il parlamentare pordenonese Edouard Ballaman ha consegnato ieri nelle mani del ministro all'Ambiente Matteoli il pacco delle firme raccolte a sostegno della petizione per fermare le casse di espansione sul fiume Tagliamento . Si tratta della prima tranche di 5.700 firme, già consegnata in copia anche agli uffici della Regione, cui dovrebbero farne seguito altrettante nei prossimi giorni.«È stato un incontro molto cordi ale ha spiegato Ballaman al telefono nel corso del quale abbiamo avuto modo di chiarire alcuni aspetti della sicurezza sul fiume. Tra l'altro il ministro aveva già un quadro generale della situazione. Quindi gli ho consegnato la petizione con tutte le firme. E siccome su questo argomento avevo già presentato in precedenza un'interrogazione, ho approfittato dell'occasione per sollecitare una sua risposta in merito. Ho insistito in modo particolare sulle due questioni più delicate: quella della sicurezza, che le casse così come sono state concepite comunque non garantiscono, e quella del mancato consenso sociale al progetto».

La questione dei bacini di laminazione è entrata in una fase decisiva, che vede da una parte i vertici della Regione accelerare i tempi per determinare la valutazione di impatto ambientale, dall'altra i sindaci dei comuni rivieraschi mobilitarsi a livello istituzionale per stoppare l'iter. Da parte sua il ministro Matteoli ha fatto intendere di volere andare a fondo sulla questione. «Al termine del colloquio aggiunge Ballaman il ministro ha assicurato che prenderà a cuore il problema, proprio perché non sono del tutto chiari i vantaggi e svantaggi dal punto di vista della sicurezza degli abitanti e della tutela dell'ambiente. E ha annunciato che, se si renderà necessario, un suo inviato arriverà in Friuli Venezia Giulia per raccogliere ulteriori dati e ascoltare le parti interessate». Già in precedenza era stato mandato un supervisore, Modena, capo segreteria al di castero dell'Ambiente: era autunno e la sua visita era stata effettuata su richiesta degli agricoltori, che protestavano per il mancato riconoscimento dei danni indotti dai vincoli sulle terre da loro coltivate, nella fascia interessata alle casse di espansione . Ma in quell'occasione solo i sindaci di edero udi enza, mentre il vicepresidente regionale Moretton non si presentò. Ora si prospetta un nuovo sopralluogo. Il filo che collega Roma con il Tagliamento si fa ogni giorno più grosso.
Claudi o Romanzin



Venerdì, 13 Maggio 2005
Il Gazzettino
Trieste - Prosegue il di battito sulle casse d'espansione da apporre sulle sponde del fiume Tagliamento . Un argomento scottante per molti Comuni limitrofi, in primis quelli del Friuli collinare, che non vedono di buon occhio il progetto della Regione, così come gli ambientalisti e di versi esponenti delle aziende agricole, che temono gravi danni sia ambientali che economici. Le poche approvazioni sono così giunte soltanto dal Comune di Latisana, che vede nell'opera edi lizia un utile strumento per prevenire le piene del Tagliamento , per altro molto ben conosciute, evitando così ingenti danni a causa dell'uscita dell'acqua dal suo letto. La Commissione consiliare Territorio Ambiente, presieduta da Uberto Fortuna Drossi (esponente dei Cittadi ni) ha quindi calendarizzato ieri mattina l'audi zione e stilato l'elenco dei partecipanti. Sui banchi dell'Aula, giovedì prossimo, troveranno così posto i sindaci dei Comuni più coinvolti dal progetto: Di gnano, Pinzano, Ragogna, San Daniele, Spilimbergo e Latisana. Accanto a loro, saranno presenti anche l'Associazione Acqua, il comitato Assieme per il Tagliamento e l'ingegner Enzo Tudi ni, professore all'Università di Bologna ed esperto in Idraulica. La Regione sarà rappresentata dal vicepresidente Gianfranco Moretton, che sarà sentito in un secondo turno.Lo stesso Fortuna Drossi ha quindi ritenuto l'audi zione estremamente importante: «Prima di fornire una risposta definitiva sul progetto ha precisato bisogna ascoltare eventuali proposte alternative ed è quello che la Commissione effettuerà la prossima settimana».
Antonio Fracas



Sabato, 14 Maggio 2005
Il Gazzettino
PINZANO AL T. Raccolta di firme
«La Regione ci umilia» j'accuse del sindaco
De Biasio punta il dito contro Illy
Pinzano al Tagliamento - (lor.pad.) Si è conclusa una settimana cruciale sul fronte delle casse di espansione che ha portato i sindaci del Medi o Tagliamento a convocare un consiglio comunale straordi nario e congiunto per mercoledì prossimo a Spilimbergo. Tutto è nato dall'accelerazione impressa all'iter per la realizzazione delle "casse " da parte della Regione, che ha anche convocato un vertice coi comuni interessati. «Si è trattato di una riunione tecnica - ha spiegato il primo cittadi no di Pinzano, Luciano De Biasio - durante la quale è emersa l'ipotesi che al posto delle tre casse poste a sud del ponte di Pinzano e di una presa di captazione - a giudi zio di molti non prevista dal bando - si realizzi una sola gigantesca cassa capace di contenere il colmo della piena. O ci troviamo davanti ad un completo stravolgimento progettuale o ad un tentativo di di videre il fronte dei sindaci, lasciando intendere che alcuni comuni potrebbero essere risparmiati da questa mega opera». «Durante l'incontro - incalza De Biasio - è stato usato per la prima volta da parte della Regione il termine "casse tte" per rimarcare la bocciatura dello studi o alternativo proposto dal Wwf che prevedeva una serie di interventi nel basso Tagliamento in zone parzialmente già degradate. Qualche ora dopo il summit con Moretton, il presidente Illy in Tv, con singolare tempismo, ha definito "casse ttine" quelle proposte dal Wwf sostenendo inoltre che mentre le casse di espansione "di sturberebbero" solo Pinzano e pochi comuni limitrofi, le "casse ttine" darebbero noia a molti più comuni, guarda caso quelli che sono interessati dalle esondazioni». «Da cittadi no elettore che si riconosce nel centro sinistra - affonda il sindaco - ho poi provato non poco imbarazzo quando si è voluto umiliare un'espressione di democrazia popolare come la consegna di migliaia di firme di cittadi ni contrari alla realizzazione di quest'opera, affermando che la petizione era tardi va. C'è chi definisce - soprattutto turisti stranieri - il nostro un paradi so, ma noi friulani ci apprestiamo a di struggerlo. In attesa di conoscere le decisioni future e vista la vocazione balneare delle sponde del Tagliamento tra Pinzano e Ragogna - è la provocazione del sindaco - sto pensando che a casse ultimate chiederò, con buona probabilità di ottenerlo, il cambio del nome del mio Comune: da Pinzano al Tagliamento a Pinzano Ghiaiadoro».

Intanto prosegue senza sosta la raccolta di firme del comitato "Assieme per il Tagliamento " contro il progetto della casse d'espansione . Il comitato nelle prossime settimane depositerà una petizione firmata da oltre 10 mila persone lungo tutta l'asta del fiume nelle mani del presidente della giunta regionale Riccardo Illy.

"Per la prima volta le popolazioni rivierasche di menticano le contrapposizioni del passato - si legge in una nota del comitato - e unitamente si oppongono alla cementificazione del fiume Tagliamento , alla realizzazione di un'opera faraonica, costosa, di notevole danno ambientale, di dubbia utilità che sicuramente creerà maggiori scompensi idraulici di quelli che la Regione crede di mitigare".

Assieme per il Tagliamento sottolinea che "il fiume va salvaguardato e valorizzato, percepito come una risorsa proprio per la sua naturalità e unicità. Gli interventi da effettuare dovrebbero essere un'occasione di sviluppo per ricavarne il maggior utile progettuale possibile attraverso finanziamenti regionali statali e comunitari che solo da un fiume con queste caratteristiche uniche in Europa possono derivare".

Il comitato denuncia poi che "sino a poco tempo fa il progetto era secretato e solo ora la popolazione del bacino fluviale ha potuto sapere cosa intende fare la Regione e solo grazie a riunioni come quella organizzata l'altrasera nella sededella Regione, a Udine".



Martedì, 17 Maggio 2005
Il Gazzettino
SPILIMBERGO Sul fronte delle associazioni e dei comitati è tempo di chiarimenti interni. La situazione più delicata riguarda "Assieme per il Tagliamento" Casse,

Consiglio straordinario per 5 comuni
Settanta rappresentanti delle Amministrazioni rivierasche si riuniranno domani alle 20.30 nella città del mosaico




ingrandisci l'articolo di Famiglia Cristiana"Una piena di cemento"




18 Maggio 2005
IL FRIULI
Friuli allo specchio
Le Province restano fuori dalla porta

Le cannonate non arrivano solo dal territorio. La "battaglia del Tagliamento" è in corso anche a livello istituzionale. Da un lato la Regione, che va avanti sostenuta da Latisana che invoca, da tempo, misure drastiche per la messa in sicurezza del fiume. Dall'altra i Comuni rivieraschi che, su quel progetto, continuano ad esprimere la loro contrarietà, appoggiati più o meno apertamente dalle Province di Udine e Pordenone.

Nel maggio del 2002, il Consiglio provinciale udinese approvò un ordine del giorno nel quale si chiedeva espressamente, all'allora presidente della Giunta Regionale Renzo Tondo, di sospendere la scelta del progetto preliminare, rinforzando al contempo gli argini a Latisana, e lo invitava a promuovere progetti alternativi. Quel documento è rimasto lettera morta, ma a Trieste, dicono i malevoli, se ne sono comunque ricordati.

L'ultima occasione di scontro è stata l'esclusione, decisa dalla Direzione regionale dell'Ambiente, dei due Enti intermedi dalla commissione regionale dei lavori pubblici, cui spetterà il compito di valutare i vari atti, di ottenere le varie autorizzazioni, licenze e nulla osta necessari alla realizzazione del progetto. Secondo Trieste le Province non hanno alcuna competenza sulla questione e quindi non è necessario includerle nell'organismo nel quale saranno invece presenti i sindaci di Dignano, Pinzano, Ragogna, San Daniele e Spilimbergo, le Ass 4 e 6, le soprintendenze, l'Enel, l'Anas, le Ferrovie e almeno tre direzioni regionali. Esclusione a dir poco imprevista, sussurrano a Palazzo Belgrado, dato che all'incontro preliminare avvenuto in febbraio le due Province erano state invece convocate.

Palazzo Belgrado ha inviato immediatamente una lettera a Illy nella quale chiede di essere inserita in commissione. La risposta è tuttavia negativa. "Il nostro ente - ci ha detto l'assessore all'Ambiente Loreto Mestroni - ha competenze specifiche e di natura territoriale. La nostra esclusione è incomprensibile data anche l'importanza di questo progetto. Dalla Regione ci fanno sapere che sullo stesso, non avendo competenze, non dobbiamo esprimere pareri. Sarebbe comunque impossibile visto che il progetto non ci è stato ancora inviato, nonostante esplicite richieste. E' fondamentale e inderogabile che le procedure siano rigorose e che partecipino tutti i soggetti interessati, come premessa indispensabile per la corretta gestione dell'ambiente. Questo lo dicono anche le norme europee".

Non lesina critiche neppure l'assessore di Pordenone, Antonio Zavagno, da sempre molto dubbioso sul progetto: "A parte le perplessità legate alla realizzazione di una sola cassa, resta la nostra contrarietà a un progetto che devasterà il fiume. Come dire: peggio la toppa del buco. Sulla nostra esclusione dalla commissione è meglio essere chiari: non è altro che un giochetto per bloccare i voti sfavorevoli. Penso che, davanti a tanta contrarietà, la Regione dovrebbe comprendere che bisogna cambiare il modo di fare le cose. Pianificare il territorio è sempre difficile, così come prendere le decisioni, ma il Tagliamento è un fiume troppo prezioso e imprevedibile per intervenire senza averlo studiato a fondo".

Per ora nessuno parla di ricorsi. La Giunta provinciale udinese deve, in ogni caso, contemperare le diverse esigenze del suo territorio, sicurezza in basso, salvaguardia ambientale in alto.

Nel frattempo l'assessore regionale all'Ambiente, Gianfranco Moretton, va avanti: "Abbiamo ricevuto in eredità questo progetto, definito per altro dal Piano stralcio approvato con legge dello Stato. I suoi contenuti sono stati oggetto di ampia consultazione con i sindaci e gli ambientalisti, con i quali abbiamo anche valutato idee alternative. Nel caso specifico il Wwf proponeva 7 casse contro le tre previste dal progetto preliminare che si svilupperanno per 24 chilometri, contro i sette dell'elaborato in nostro possesso e con la realizzazione di ben 7 traverse alte fino a 6 metri con un pesante impatto sul fiume". Quando gli facciamo notare che a parere del Wwf si insiste nel valutare il suo studio preliminare soltanto dal punto di vista idraulico, Moretton ci spiega che la valutazione sull'inefficacia di tale elaborato non stata fatta dalla Regione.

"L'argomento era di competenza dei tecnici dell'Autorità di bacino, a Venezia, dove non lavorano esclusivamente ingegneri idraulici, ma anche esperti di altri settori, che si sono riuniti tre volte. Io non sono un tecnico e non posso far altro che prendere atto delle indicazioni degli esperti incaricati. Il loro parere era chiaro: si trattava di una proposta 'non alternativa perché il tratto di fiume nel quale andavano realizzate le opere, tra Camino e Latisana è ancora a carattere pluricursale, dotato di elevata divagazione laterale. La stessa morfologia di quella parte di fiume faceva ritenere altamente improbabile la possibilità di realizzare invasi di laminazione privi di importanti opere di diaframmatura, di stabilizzazione del fondo e di difesa dai fenomeni erosivi. La soluzione progettuale individuata invece dal progetto preliminare, con una presa a monte della stretta, permette di sfruttare il rigurgito naturale delle acque limitando così le opere da realizzare, garantisce sempre il trasporto solido, mantiene inalterata la continuità idraulica e biologica del corso d'acqua, limita l'impatto ambientale costituito dalle traverse in alveo. L'impatto della prima cassa è limitato inoltre dal fatto che è compresa entro l'ansa morfologica del fiume, fra la stretta e il terrazzo di Valeriano".

Moretton respinge ai mittenti le critiche: "Lo ripeto: il Piano stralcio non è stato deciso da noi, ma a Roma. Soltanto lì possono prendere la decisione di cambiarlo. La Regione ha comunque formulato una proposta di mediazione, basata sulla costruzione di una sola cassa da realizzare nel modo meno impattante possibile e che rispettosa delle valutazioni d'incidenza sul sito di interesse comunitario. Non mi stancherò mai di ripetere che siamo di fronte a un progetto preliminare. L'elaborato definitivo potrebbe cambiare di molto e la nostra mediazione va anche nel senso di ricercare soluzioni tecniche avanzate e tali da limitare al massimo le conseguenze per l'ambiente. Le casse realizzate in altre parti d'Italia sono diventate oasi naturalistiche. Se la volontà di trovare una via di mediazione è effettiva, e tiene conto di ciò che è possibile fare a fronte degli strumenti di pianificazione esistenti, allora la Regione farà la sua parte. Per quanto concerne le procedure, infine, non esiste nessun acceleramento sostanziale, perché la Valutazione d'impatto ambientale seguirà le vie ordinarie e sarà affidata agli uffici regionali, come deciso dal ministero dell'Ambiente".


Friuli allo specchio
De profundis per il grande fiume

Il Tagliamento sta per finire in "cassa". Il banchetto per ingoiare un boccone da 36 milioni di euro è quasi pronto. A fare indigestione, ovviamente, saranno imprese, progettisti e tutta la schiera silente che sugli appalti pubblici conta da sempre. A restare avvelenati, però, non saranno i commensali, ma uno dei fiumi più belli e integri dell'arco alpino. Questo almeno secondo i detrattori, sempre più numerosi e inferociti, di un progetto sul quale la Regione ha dato proprio in questi giorni una spallata decisiva verso la sua realizzazione. Tanto per essere chiari, quando si parla di Regione tutti gli sguardi sono rivolti all'assessore all'Ambiente Gianfranco Moretton che il progetto lo ha ricevuto, suo malgrado, in eredità dal predecessore Paolo Ciani. A quanto pare, cambiano gli schieramenti, ma non i progetti, soprattutto se costano molti miliardi. Non fa eccezione quello delle casse di espansione sul quale in tanti speravano che la nuova Giunta avrebbe dato un segnale di novità, prendendo decisioni diverse rispetto al passato, in nome di un approccio all'ambiente meno ingegneristico e più "europeo". E invece, Moretton, nel raccogliere il testimone da Ciani, ha aumentato se possibile l'andatura.

"Stanno per dare il via - afferma senza troppi giri di parole Paolo Menis, Consigliere regionale della Margherita, (lo stesso partito di Moretton, ndr) - a uno degli interventi più devastanti e meno comprensibili, anche dal punto di vista tecnico, che si siano visti. A partire dal 18 aprile stanno decorrendo i termini per la procedura a sportello, decisa in base alla legge regionale 14. In tutto, un mese di tempo a disposizione degli enti interessati per richiedere documenti e informazioni, per una sola volta. Scaduto il termine, un'apposita commissione deciderà, a porte chiuse, se accogliere o meno le richieste. Punto e basta".

E le obiezioni di quanti, a fatica, hanno potuto visionare un progetto fino a poco tempo fa rimasto nascosto ad occhi indiscreti? "Ci dispiace, è troppo tardi" sembra essere la risposta degli uffici regionali. Perché, per chi voleva opporsi al progetto, il momento giusto era quello dell'approvazione del Piano stralcio sul Tagliamento, diventato legge dello Stato. Peccato che questa fase sia stata fatta passare nel silenzio più assoluto, tanto da mettere Comuni, associazioni ambientaliste e cittadini praticamente di fronte al fatto compiuto, dato che nelle loro mani è arrivato ad approvazione avvenuta, nel 2000. "Ma il Piano stralcio diceva che andavano fatte le casse - obbietta Menis - non certo in che modo farle. A quanto pare, hanno scelto la via peggiore, quella più brutale e devastante. La scorsa settimana ho visitato i territori della Loira, in Francia, assieme ad altri consiglieri regionali per vedere come hanno risolto il problema della messa in sicurezza. Anche da loro, nel 1994, ci fu una vera e propria sollevazione popolare contro un progetto simile a quello che vogliono fare sul Tagliamento. Capirono l'antifona e, due anni dopo, decisero di cambiare impostazione: il fiume doveva riguadagnare i suoi spazi, tanto da decidere in certi casi la delocalizzazione. Basta innalzamento degli argini, pochissimo cemento. Esattamente il contrario di quello che si insiste a fare in Friuli Venezia Giulia dove, invece, ipotesi innovative come quelle avanzate dal Wwf sono state liquidate sbrigativamente. Nuove arginature, murate alte fino a 10 metri, restringimento dell'alveo, soglie di fondo in cemento di tre metri d'altezza e, naturalmente, 36 milioni di euro pronti da spendere. Ce n'è abbastanza per capire che questo progetto significherà la morte di un prezioso ecosistema".

Cambiano le Giunte, i metodi restano. Perché la legge 14 è stata fatta nel 2002 dal Centro-destra, ma la Giunta Illy, che in teoria avrebbe dovuto essere maggiormente sensibile sulle tematiche ambientali rispetto ai predecessori, la sta usando senza risparmio, prima nel caso della Pineta di Lignano e ora per mettere una pietra, è proprio il caso di dirlo, sopra al Tagliamento. I conti però non tornano. Alcuni pareri, se non contrari, quanto meno dubbiosi sull'efficacia del manufatto, sono stati volutamente ignorati, così come la circostanza che ad essere devastatosarà un sito di interesse comunitario (Sic), per altro individuato da quella stessa Regione che ora vuole cementificarlo.

"Nel settembre del 2004 - ci spiega Nicoletta Toniutti del Wwf Italia, esperta che da tempo segue la questione - il gruppo di lavoro incaricato dalla Regione di esaminare le valutazioni preliminari di impatto ambientale, coordinato dall'architettto Vittorio Tallandini, oltre a sottolineare l'enorme importanza del fiume, oggetto di studi da parte di ricercatori di mezza Europa grazie all'elevato stato di conservazione, dice chiaro e tondo che la documentazione sui valori ambientali del fiume è carente, che è necessario attivare la redazione di specifici studi integrati per specificare, evidenziare e cartografare gli aspetti ecologici relativi sia al Sic sia al bacino complessivo. La relazione dice anche che, prima che sia avviata la fase vera e propria di valutazione dell'impatto ambientale, sarà necessaria una rianalisi delle possibili alternative sia a livello progettuale che pianificatorio".

L'urbanista Walter Franzil, che faceva parte dello stesso gruppo di lavoro quale incaricato dai Comuni interessati, nella sua relazione parla di procedure amministrative "opache", almeno per quanto riguarda quelle adottate dall'Autorità di bacino. L'esperto giudica anche il progetto preliminare (quello redatto dalla Technital, vincitrice della gara) assolutamente carente di tutti gli elementi di tipo antropico e ambientale e concentrato esclusivamente sugli aspetti idraulici.

Idraulico è un termine che in questa vicenda ritorna spesso a galla. Non ci riferiamo alla categoria degli artigiani. La Regione, nel suo procedere, sembra essere influenzata in maniera determinante dalle opinioni degli ingeneri idraulici, lavorino essi a Trieste o a Venezia, sede dell'Autorità di bacino. "Fin dall'incontro avvenuto nella sede veneziana dell'Autorità, quando abbiamo presentato il nostro studio preliminare, per dimostrare che un altro approccio era possibile - afferma la Toniutti - e che si poteva dare sicurezza a Latisana senza uccidere il Tagliamento, hanno fatto di tutto per smontare le nostre tesi. E, guarda caso, dimenticandosi di tutto il resto dello studio, si sono concentrati sull'aspetto idraulico. Ci dissero che questa parte era carente perché mancavano dati, gli stessi che però mancano anche nel progetto voluto ad ogni costo dalla Regione. Risultato: il nostro studio è stato rapidamente messo da parte". Che strana vicenda. Spendendo la modica cifra di un milione e 650 mila euro, tanto sono costati i progetti in concorso, il Friuli Venezia Giulia pianifica la "messa in sicurezza" del suo territorio al modico costo di 36 milioni di euro, nonostante molti esperti ritengano che tale scelta non offra adeguate garanzie, mentre invece un pugno di studiosi ha ipotizzato, a costo zero, un modo diverso di intervenire sul fiume, con una spesa prevista inferiore di un terzo. Si dice "chi rompe paga e i cocci sono suoi". Non ci risulta che finora nessuno abbia mai pagato nulla per i guasti provocati al nostro ambiente. Non è difficile immaginare cosa potrebbe accadere per il Tagliamento.
Alessandro Di Giusto



Venerdì, 20 Maggio 2005
IL GAZZETTINO
LE REAZIONI Metz: «Novità da valutare»
Trieste

«La partecipazione è stata fondamentale». Commenta così Alessandro Metz, consigliere regionale dei Verdi , l'audizione di ieri mattina sul progetto delle casse d' espansione . «Ma puntualizza manca un'alternativa in ambito Sic (Sito di interesse comunitario). Certo il Wwf si è pronunciato, ma non in tale ambito. Lo studio Todini? E' sicuramente un elemento di novità che andrà vagliato attentamente e a questo scopo abbiamo chiesto che vengano coinvolti i docenti delle Unviersità regionali». Per Bruno Di Natale, di Alleanza Nazionale, «l'obiettivo primario è la salvaguardia delle persone e dell'ambiente. Se la costruzione delle casse garantisse tutto ciò sarebbe un buon progetto. Ma al centro di tutto ha voluto rimarcare vi deve essere la sicurezza della gente e il rispetto dell'ambiente». Alessandra Battellino, capogruppo di Intesa per la Regione, ha espresso la sua solidarietà ai sindaci intervenuti: «Il fiume Tagliamento ha di chiarato in una nota - è un patrimonio dell'umanità e come tale va tutelato. Si tratta ora di verificare come far combaciare l'esigenza di sicurezza della Bassa friulana con gli interventi che la possano garantire da future possibili alluvioni. Le leggi dello Stato vanno comunque rispettate tenendo conto anche delle di rettive comunitarie. Alla Regione spetta di in di viduare i percorsi necessari per dare le risposte che non solo gli ambientalisti, ma tutti i citta di ni si attendono». Per la Lega Nord si è pronunciato il consigliere Fulvio Follegot: «Gli interventi dei sindaci, tranne quello di Latisana, vanno tutti nella stessa di rezione. Da parte nostra esprimiamo un no secco alle casse ».
An.Fr.



Venerdì, 20 Maggio 2005
IL GAZZETTINO
Bocciatura solenne per ...
Trieste

Bocciatura solenne per il progetto regionale sulle casse d'espansione . L'opera, che verrebbe realizzata a valle del comune di Pinzano, avrebbe lo scopo di ridurre la portata d'acqua del fiume Tagliamento , le cui esondazioni costituiscono da decenni un problema molto sentito, soprattutto a Latisana.

Ma ieri, di fronte alla commissione consiliare Territorio Ambiente, presieduta da Uberto Fortuna Drossi (Cittadi ni), i rappresentanti dei Comuni interessati al progetto, assieme al Wwf, ai comitati ambientalisti e all'ingegner Ezio Todi ni, docente del di partimento di Scienze della terra all'Università di Bologna, hanno manifestato tutto il loro di sappunto. La prima a prendere la parola è stata Nicoletta Toniutti del Wwf, che ha ricordato come «vi siano aree che possono essere esondate sempre, altre in determinate circostanze, altre mai. Esondare certe aree agricole - ha precisato - può causare danni economici inferiori rispetto al non farlo, ma si tratta di obiettivi di protezione che devono essere espliciti, deve essere chiaro perché lo si vuole fare e quale il danno maggiore che si vuole evitare».

Il Wwf ha quindi lanciato la sua proposta: spostare più a valle di 30 chilometri i siti destinati all'intervento e rivedere i volumi d'acqua, creando 7 casse di espansione nel tratto compreso tra 29 e 53 km dal mare (il ponte ferroviario che attraversa Latisana e che attualmente costituisce un pericoloso impedi mento al deflusso delle acque di piena, ma per il quale c'è un progetto di innalzamento di 80 centimetri, è collocato a 26,8 Km dal mare), con innalzamenti degli argini da 1,5 a 5 metri e la possibilità di isolare dal regolare deflusso acqueo una superficie di cassa pari a circa 10,5 milioni di metri quadrati.

Da parte sua l'ingegner Todi ni, a fronte delle anallisi da lui effettuate, ha definito inutili le casse ai fini della messa in sicurezza di Latisana, una volta realizzato il canale Cavrato e risolto il nodo della sezione del fiume in corrispondenza di Latisana con l'innalzamento della ferrovia e la ripulitura e manutenzione del tratto subito a valle. Il canale, infatti, avrebbe una portata di duemila metri cubi al secondo, favorendo così lo scorrimento delle acque.

Soluzioni alternative è quindi la richiesta avanzata dalle amministrazioni comunali di Di gnano, Pinzano al Tagliamento , Ragogna, San Daniele del Friuli e Spilimbergo che, nel consiglio congiunto di mercoledì, avevano bocciato all'unanimità il progetto, giudi cato insicuro, inefficace e di forte impatto ambientale, con importati ripercussioni di carattere economico (osservazione peraltro avanzata dallo stesso Tudi ni).

Con l'ordi ne del giorno sottoscritto congiuntamente, i cinque Comuni avevano avanzato tre richieste, rispettivamente alla Regione, al Ministero dell'Ambiente e alla Comunità Europea. Alla prima si chiede di sospendere l'attivazione della legge 14 del 2002 e di trovare soluzioni alternative al progetto in atto; al ministero la modi fica del Dpgm del 28 agosto 2000 con cui si approvava il piano stralcio, nonchè una sollecita audi zione di una delegazione dei cinque Comuni. Medesima richiesta anche alla Comunità Europea alla quale si chiede pure di esercitare le proprie funzioni in ambito Sic (sito d'importanza comunitaria). «Nel caso la Regione non si attivasse, potremmo valutare l'ipotesi di accollarci le spese del nuovo studi o sul Tagliamento proposto dall'ingegner Ezio Todi ni», ha detto ieri il sindaco di Spilimbergo, Arturo Soresi.

Franca Pradetto Battel, dell'associazione Assieme per il Tagliamento , non si è certo risparmiata nel suo intervento, puntando l'indice sull'iter procedurale: «La Regione intende arrogarsi il di ritto di svolgere con procedura abbreviata e all'interno della sua stessa amministrazione la valutazione d'impatto ambientale. Ma tale competenza ha tuonato è posta in capo al Ministero dell'Ambiente e non alla Regione». Quanto alla maggioranza regionale, la Pradetto ha ricordato come questa sia spaccata al suo interno, a dimostrazione delle numerose firme di consiglieri a favore della petizione promossa dal comitato e che ha già raccolto 30mila adesioni: «Alcuni di loro hanno addi rittura dimostrato apertamente il proprio di ssenso e hanno richiesto chiarimenti». Per l'associazione Acqua, infine, «le casse previste sarebbero un ulteriore aggravio per le popolazioni a valle, e provocherebbero dannose conseguenze morfologiche come ad esempio onde sismiche con effetti sulle falde acquifere».

Gli unici commenti a favore delle casse sono venuti dal Comune di Latisana, che chiede comunque maggiore chiarezza.
Antonio Fracas



Venerdì, 20 Maggio 2005
IL GAZZETTINO
SPILIMBERGO La relazione letta ieri in consiglio regionale a Trieste durante l'audizione della quarta commissione Ambiente
Il tecnico è certo: «Le casse sono inutili» Calcoli alla mano, l'ingegner Todini ha affermato che l'opera non è necessaria a contenere le piene

Spilimbergo

Per di rla in termini calcistici, si è conclusa con il risultato di 1-0 l'audi zione sule casse di espansione che si è svolta ieri in Consiglio regionale a Trieste, nella quarta commissione ambiente presieduta da Uberto Fortuna Drossi. Il "punteggio" è stato favorevole al fronte dei contrari, ma molto lavoro resta ancora da fare e per ora gli equilibri non si spostano più di tanto. Ezio Todi ni, ingegnere dell'Università di Bologna, ha supportato con calcoli matematici la tesi dell'inutilità dell'opera progettata per il contenimento delle piene. La riunione è stata intensa e lunga: iniziata di fatto alle 10 di mattina, si è conclusa alle 2 del pomeriggio. Nelle quattro ore, i consiglieri regionali (era presente però anche il vice presidente della Regione Gianfranco Moretton) hanno ascoltato le ragionicontrapposte - degli amministratori di Spilimbergo, Pinzano, San Daniele, Di gnano, Ragogna e La tisana, oltre a esponenti del Wwf, dell'associazione spilimberghese Acqua e del comitato Assieme per il Tagliamento . A parte il sindaco della città della Bassa, che come prevedi bile ha di feso l'ipotesi delle casse , gli altri amministratori hanno portato le ragioni del no, forti anche dell'ampio consenso ottenuto la sera prima nel super Consiglio comunale che si era svolto alla casa dello studente, con un ordi ne del giorno approvato da quasi 70 consiglieri. A sua volta le associazioni della zona erano forti delle migliaia di firme raccolte nelle scorse settimane in calce a una petizione popolare. La novità è venuta dall'ingegner Todi ni che, calcoli alla mano, ha spiegato come l'azione di alleggerimento del canale scolmatore Cavrato è sufficiente a tutelare Latisana, senza necessità delle casse nel tratto centrale del fiume. Tuttavia, non sono avvenuti fatti straordi nari: Moretton e Fortuna Drossi hanno ascoltato tutti e preso di ligentemente nota della situazione. Sempre nella giornata di ieri una nota è stata di ramata dai consiglieri regionali della Margherita, in cui viene chiarito il punto di vista del gruppo: di sponibilità a valutare soluzioni alternative, no a procrastinare all'infinito il problema della sicurezza del Tagliamento . Intanto Fortuna Drossi ha annunciato nuove audi zioni e sottolineato che «deve essere trovata una soluzione che coniughi la sicurezza dell'uomo con il rispetto per il territorio».
Claudio Romanzin



Sabato, 21 Maggio 2005
IL GAZZETTINO
Ricerca internazionale sorvola il fiume

Udine

Oggi un volo organizzato dal Nerc inglese sorvolerà il Tagliamento per rilevare importanti dati sulle condizioni del fiume, con a bordo otto scienziati che lavorano al King's College di Londra, l'Università di Birminghan, il Politecnico di Zurigo e l'Università del Montana (Usa). Contemporaneamente la Regione prosegue con la procedura accelerata di valutazione del progetto preliminare di casse di espansione nel medio corso del fiume. «Si tratta di una ricerca internazionale - afferma Nicoletta Toniutti del WWF - che effettua rilevazioni aeree su alcuni selezionati corsi d'acqua che sfociano nel Medi terraneo». Il progetto vede il coinvolgimento di alcuni dei più accredi tati studi osi come il professor Geoff Petts dell'Università di Birminghan e la professoressa Angela Gurnell dell'Università del King's College di Londra. «Le proposte del Wwf partono dalla precisa volontà di salvaguardare le popolazioni della Bassa friulana dalle alluvioni - insistono gli ambientalisti - con modalità d'intervento innovative, in linea con i risultati delle ricerche più avanzate secondo la prassi, già affermata al di fuori dei nostro confini, di lavorare con la natura e non contro. La regione avrebbe la possibilità di svolgere un importante ruolo di leader di un processo innovativo in un paese come il nostro che ha il primato per il numero di infrazioni in materia ambientale a carico della Corte di Giustizia Europea».




Sabato, 21 Maggio 2005
IL GAZZETTINO
Brusca frenata nella realizzazione delle megavasche sul Tagliamento. Consiglio tra due settimane
La Provincia "affonda" le casse
Dopo la discussione in Regione, la commissione di piazza Costantini stoppa il progetto
Spilimbergo

Stop alle casse . Dopo associazioni, comitati, Comuni e tecnici, anche la Provincia di Pordenone prende posizione sulla questione del momento: i bacini di laminazione sul Tagliamento , che la Regione intende costruire tra Spilimbergo e Pinzano. E la posizione dell'ente di piazza Costantini è chiara: soprassedere al progetto, in attesa di valutare con maggiore attenzione le proposte alternative. Sarà questo il passaggio chiave del documento che verrà di scusso in cccsiglio provinciale. Il testo per ora non è stato stilato, ma il presidente della commissione consiliare Ambiente Renzo Francesconi ne ha anticipato alcuni contenuti al termine della seduta della commissione che si è svolta ieri mattina a Pinzano, con un sopralluogo sul luogo del delitto.

A fare gli onori di casa il sindaco Luciano De Biasio, che ha compiuto dapprima una cronistoria dell'intero iter per poi illustrare alcune novità sull'argomento emerse ieri durante il di battito in Regione e alla luce del termine in scadenza oggi entro il quale le amministrazioni dovevano presentare eventuali osservazioni al progetto.

«Da parte nostra ha spiegato il primo cittadi no abbiamo chiesto un supplemento di documentazione, la quantificazione dei ristori per Comuni e privati, ma soprattutto di bloccare momentaneamente l'iter progettuale». Francesconi, da parte sua, ha ribadi to che la riunione sarà di preparazione alla stesura di un ordi ne del giorno, che verrà di scusso molto probabilmente nella prossima seduta di Consiglio in programma giovedì 9 giugno. I contenuti del documento non sono stati ancora definiti nei dettagli in quanto di giorno in giorno ci sono state continue novità e prese di posizione, che la commissione intende valutare con cura e attenzione. Francesconi ha però assicurato che, con congruo anticipo rispetto alla seduta di Consiglio, verrà inviata ai consiglieri provinciali il testo dell'ordi ne del giorno per poterlo analizzare nei dettagli ed apportare le eventuali modi fiche.

Terminato l'incontro in municipio, i presenti si sono spostati sul ponte di Pinzano, per rendersi conto in modo concreto degli spazi che potrebbero occupare le casse lungo il fiume. «Resta il fatto ha spiegato il presidente, anticipando parte dei contenuti del documento che da parte nostra chiederemo alla giunta regionale di soprassedere temporaneamente all'iter per la progettazione delle casse d'espansione .

La ragione è quella di valutare con maggiore attenzione le possibili alternative messe in campo con un impatto ambientale decisamente minore. Non va di menticato poi che gli agricoltori, da quando è stata annunciata la realizzazione di quest'opera, sono stati fortemente penalizzati con pesanti vincoli sui propri terreni. Questo documento ha concluso Francesconi non sarà "blindato", ma aperto a tutte le modi fiche che i consiglieri vorranno apportare. L'auspicio è che sulla proposta finale il Consiglio si possa esprimere in modo unanime». C.R.



Mercoledì, 25 Maggio 2005
IL GAZZETTINO
LATISANA È stato dato un termine prima della mobilitazione: quello del 2 settembre in occasione dei quarant'anni dall'alluvione
Il sindaco: «La diga, ipotesi più sicura» Se non ci saranno le casse di espansione è questa, per Micaela Sette, la soluzione del problema

Consiglio comunale fiume ieri sera: alle 23 era stato appena toccato il quinto punto all'or di ne del giorno su do di ci in di scussione. E appunto il fiume era uno degli argomenti principe della serata, su cui Latisana ora intende fare la voce grossa: "Se non ci sono le casse - avverte il sindaco Micaela Sette - noi chie di amo che si faccia la di ga e imme di atamente. Anche un bambino sa che garantisce una maggiore sicurezza. Il 2 settembre ricorrono i 40 anni dall'alluvione: se prima di allora non cambia nulla, preve di amo una mobilitazione". Evidenziata ancora una volta la spaccatura tra Alta e Bassa friulana sulla questione del Tagliamento , perché se nell'alto corso del fiume si mobilitano, anche dal basso si scende sul piede di guerra, per vedere risolto il problema al più presto e con criterio: "L'assessore regionale ha trovato un punto di me di azione - continua Sette - nel realizzare intanto solo una prima cassa di espansione , ma su questo avanzo alcune perplessità perché non basta. Se devono farla tanto per fare, allora è meglio che non la facciano".Per la prossima settima è stato convocato il Comitato permanente per la di fesa del Tagliamento , costituito dai Comuni del me di o e basso corso del fiume, per di scutere del problema e tracciare una linea comune. L'urgenza di una soluzione è dettata anche dal continuo stato di allerta della popolazione latisanese, sempre preoccupata di fronte all'innalzamento del fiume, come ha di mostrato il profilo della comunità. Tra i problemi che preoccupano di più i latisanesi il primo della lista è proprio il fiume, unito agli alti costi degli alloggi e alla precarietà del lavoro. Alcune lamentale si registrano anche sul servizio dei trasporti, carente nella stagione invernale. Da schede, questionari e focus group per scattare una fotografia della città è emerso che dal punto di vista occupazionale si registra una spiccata stagionalità (su 1156 assunzioni ci sono 1069 cessazioni) e una di fficoltà di inserimento part-time per le donne che hanno una famiglia. I contratti prevalenti sono di appren di stato, riservato però ai maggiorenni, e la ricerca di personale qualificato si concentra sui settori artigianali e impiegatizi, con una particolare specializzazione sulla contabilità. In generale la comunità è piuttosto chiusa e di ffidente verso gli stranieri (230 sono le famiglie straniere sulle 5098 totali). Se da un lato la popolazione latisanese è operosa, lavoratrice e impegnata dal punto di vista culturale, dall'altro di mostra uno scarso interesse per la partecipazione politica. Forte ancora il campanilismo fra centro e frazioni.
Elisa Fantin



Giovedì, 26 Maggio 2005
IL GAZZETTINO
CODROIPO Il Tagliamento sempre protagonista
Sistema delle Risorgive e casse d'espansione
CodroipoLa messa in sicurezza del fiume Tagliamento è un problema dalla soluzione urgentissima, e a tal proposito è in corso un iter la cui procedura non può essere interrotta, pena una serie di pesanti responsabilità, non solo politiche, ma anche penali, in caso di di sastro. Ma c'è chi ritiene che sia opportuno fare ancora alcune osservazioni per trovare la migliore e la meno impattante tra le possibili soluzioni. Il bacino idrico del Tagliamento è generatore di tutto il sistema delle Risorgive, anch'esso unico nella sua imponenza e nel suo genere. È pertanto compito ineludi bile della Regione coniugare le esigenze di sicurezza con quelle della tutela ambientale degli interventi.Ad oggi la soluzione prevista, una volta scartata la di ga di Pinzano che avrebbe creato un invaso di 100 milioni di metri cubi di acqua, è quella delle casse di espansione che dovrebbero contenere la piena eccezionale per un numero di ore (almeno otto) adeguato al deflusso senza rischio della massa d'acqua. Stasera, alle 20,30, nella biblioteca comunale "don Gilberto Pressacco", si parlerà del progetto, ma anche e soprattutto del Tagliamento . L'incontro-di battito è organizzato da "Progetto Codroipo Insieme" e avrà come titolo: "Il Tagliamento : un patrimonio naturale da di fendere e da conoscere". Introdurrà la serata l'assessore all'ambiente del Comune di Codroipo, Umberto Alberini. Interverranno Gianpiero Contardo, Consigliere comunale di San Daniele e Nicoletta Toniutti, del Programma europeo Wwf per le Alpi, che presenterà lo studi o del Wwf appunto per l'indi viduazione di alternative alle casse di espansione . Le conclusioni saranno tratte dal Consigliere regionale della Margherita, Giancarlo Tonutti.
Silva Dorigo



Giovedì, 2 Giugno 2005
IL GAZZETTINO
Lega all'attacco e Moretton replica: «In cinque anni non avete fatto nulla»»

Trieste - (pa.me.) La legge sull'acqua, licenziata dal Consiglio regionale, non piace alla Lega Nord che ieri ha ribadito le proprie critiche. «Doveva essere una legge di grande importanza, invece è stata approvata in un clima di disinteresse - ha rilevato Alessandra Guerra - perché la vera partita sull'acqua si è giocata quando Illy ha tentato il blitz al Cafc, affinchè cedesse le azioni di maggioranza a Nes, approfittando della non conoscenza del tema acqua da parte degli amministratori locali». La Guerra ironicamente si sorprende della decisione di decentrare la programmazione a quattro ambiti provinciali. «Forse una politica frammentata - azzarda - consente alla Regione di tentare una nuova Nes2». Pure la mancata istituzione di un'unica Autorità d'ambito regionale, per i leghisti, consente alla Giunta di mantenere le mani sulla politica dell'acqua. Perplessità anche per gli effetti sulle tariffe, destinate ad aumentare in misura maggiore in Friuli. «Se Gorizia e Trieste hanno un territorio piccolo e potranno mantenere invariate le tariffe - spiega la Guerra - altrettanto non potrà succedere a U di ne e Pordenone che dovranno reperire fon di per adeguare reti e impianti». Un quadro legislativo che, anche per Claudio Violino, porterà ad una sperequazione fra utenti delle quattro province. «Era meglio una tariffa unica per tutta la regione». Di un'aspetto i leghisti sono sod di sfatti: l'impegno della Giunta a di fendere le falde freatiche sotto il Tagliamento , che a loro avviso dà la spallata al progetto delle casse di espansione . Anche per l'Udc la legge avvierà un processo di riorganizzazione che spingerà al rialzo le tariffe per i citta di ni. Roberto Molinaro e Gina Fasan rilevano come i Comuni minori, della Bassa Friulana e della montagna, conteranno poco poichè che le decisioni saranno assunte a maggioranza delle quote di rappresentanza e dei soggetti costituenti l'ambito.

«Brucia alla Lega il fatto che abbiamo approvato riforma acqua, cosa che a loro non è riuscito in 5 anni per loro beghe interne, che tra l'altro si trascinano ancor oggi - è pronta la replica di Moretton - La nostra riforma consentirà di porre la parola fine allo spreco dell'acqua, razionalizzare le reti e assicurare efficacia ed efficienza del servizio, con tariffe contenute a tutela dei bilanci delle famiglie e con previsione nel me di o termine di giungere all'abbassamento dei costi. Per garantire trasparenza è stata prevista un'autorità regionale di vigilanza che con il comitato degli utenti garantirà il controllo sul servizio. Infine, il progetto Nes nulla ha a che fare con la legge sul servizio idrico integrato. Forse la Guerra si confonde con altre operazioni da lei tentate in passato quando era presidente della Regione».



Mercoledì, 15 Giugno 2005
IL GAZZETTINO pag. regionale
AMBIENTE

Trieste: Verranno consegnate ufficialmente al Consiglio Regionale da parte del Comitato Assieme per il Tagliamento le circa 12.000 firme raccolte contro il Progetto di realizzazione della prima delle tre casse di espansione sul fiume. La consegna avverrà venerdì 17 giungo alle ore 13.15, nella sede del Consiglio Regionale in piazza Oberdan a Trieste.Interverrà la portavoce, Franca Pradetto Battel e altri rappresentanti dell'associazione che dalla sorgente alla foce, lungo tutta l'asta del fiume rappresenta i Comitati e gli Enti culturali allineati a favore della salvezza del fiume e contro il progetto di realizzazione della casse. Il comitato ha programmato anche una conferenza stampa alla quale sono stati invitati i rappresenti dei partiti che trasversalmente in seno alla maggioranza e all'opposizione dell'attuale giunta regionale si sono già espressi o vogliono manifestare la propria contrarietà al progetto, attraverso la propria testimonianza di solidarietà all'iniziativa. Le 12.000 firme si aggiungono alle 5.700 consegnate il mese scorso e alle 2.000 firme raccolte negli anni precedenti, per iniziativa di altri cittadini. Il numero di firme complessivo ammonta così ormai a 20.000 firme e corrisponde alla più clamorosa espressione di protesta e dissenso attivo mai verificatosi in regione contro un Progetto di questo tipo. Maggiori informazioni su quasi 6 anni di lotta contro le casse si possono avere sul sito all'indirizzo: ww.assiemeperiltagliamento.org.



Domenica, 19 Giugno 2005
IL GAZZETTINO
AMBIENTE
Consegnate venerdì scorso al presidente del consiglio regionale Tesini le 12mila firme a tutela del territorio - Fronte trasversale sul Tagliamento
Il comitato contro le casse d'espansione sostenuto anche da esponenti della Margherita e dei Cittadini
Trieste : La delibera 989 del 2004 della Giunta regionale, in merito alla costruzione delle casse di espansione sul fiume Tagliamento , vìola una specifica di rettiva comunitaria, in quanto l'assegnazione del progetto esecutivo è avvenuta senza la preventiva Valutazione d'impatto ambientale (Via). Inoltre, la costruzione è fortemente contrastata dalla popolazione che risiede nell'area interessata (Sito d'importanza comunitaria), perciò manca quel consenso sociale che il Piano Stralcio falsamente asseriva esserci. È quanto riportato nella petizione consegnata al presidente del Consiglio regionale, Alessandro Tesini, da una rappresentanza degli 11.907 citta di ni che l'hanno firmata assieme ai consiglieri regionali Franzil (Rifondazione), Tonutti e Menis (Margherita), Fortuna Drossi e Colussi (Citta di ni), Metz (Ver di ), Follegot (Lega). I Comuni interessati sono Di gnano, Pinzano al Tagliamento , Ragogna, San Daniele, Spilimbergo, Latisana.

Dalla realizzazione delle casse d' espansione , così la petizione, potrebbe derivare una devastazione dell'ecosistema circostante, come affermato da numerosi esperti di ingegneria. Le opere, sostengono i firmatari, appaiono superate se si considera il fallimento delle precedenti esperienze fluviali europee (da ultimo il fiume Isaar di Monaco di Baviera, di cui è in corso il recupero).

I firmatari chiedono, quindi , alla Giunta regionale l'annullamento della delibera 989/2004, mentre al Parlamento europeo e al Governo nazionale di intervenire affinché siano valutate delle alternative per la messa in sicurezza del fiume Tagliamento , per la preservazione dell'ambiente e della popolazione. Menis e Tonutti, dello stesso partito dell'assessore regionale all'Ambiente Gianfranco Moretton Assessore, hanno riba di to la necessità di arrivare ad un progetto alternativo che escluda la parte del fiume meglio conservata e riconosciuta a livello europeo come l'ecosistema fluviale alpino meglio conservato d'Europa, intervenendo invece restituendo al fiume ciò che al fiume era stato tolto nella parte più a valle soggetta attualmente a restringimenti e canalizzazione. Il presidente del Consiglio Tesini si è impegnato a convocare un confronto fra il Comitato e il Consiglio Regionale attraverso una nuova convocazione della IV Commissione che tenga conto dell' opinione espressa con 20mila firme in totale.



Segue RASSEGNA STAMPA 2005-1