FORUM
delle ASSOCIAZIONI
per la tutela dei "
MAGREDI del CELLINA " del Friuli Venezia Giulia
COMUNICATI
STAMPA - RASSEGNA STAMPA 2005
-
RASSEGNA
STAMPA ZPS MAGREDI
in
aggiornamento: gennaio - febbraio - marzo - aprile - maggio - luglio
agosto - settembre
Giovedì, 28 Luglio 2005
Magredi, addio ai fondi
europei
VIVARO Infrazione per i rally. Colussi: «Revocati i soldi per
il recupero ambientale»
Provincia bocciata da Bruxelles.
«I fatti hanno dato ragione ai Cittadini per il Presidente che
mesi or sono, attraverso le prese di posizione di Bruno Malattia,
Piero Colussi e Uberto Fortuna Drossi, condividendo le preoccupazioni
delle associazioni ambientaliste (Wwf, Legambiente, Lipu) avevano
evidenziato come i rally nei Magredi e nello specifico l'Italian Baja
non potevano svolgersi all'interno del sito di importanza
comunitaria». In questi giorni la Commissione europea ha
notificato all'Italia una serie di procedimenti di infrazione per il
mancato rispetto di varie norme comunitarie in materia ambientale.
Per quanto riguarda la Regione Friuli Venezia Giulia le violazioni
sono tre e tra queste, una riguarda lo svolgimento delle gare
automobilistiche nei Magredi del Cellina e nei Magredi di
Pordenone.«Questa infrazione - ha sottolineato Colussi alla luce
di questi fatti - ha già avuto delle prime conseguenze
negative con la bocciatura del Progetto europeo Life che, se
finanziato, avrebbe messo a disposizione una cifra di oltre un
milione di euro per dare avvio al progetto di tutela dei
Magredi». «Questo episodio - ha concluso il consigliere -
conferma l'opportunità e la necessità di un maggior
coordinamento fra le iniziative di tutela ambientale della Regione e
della Provincia di Pordenone. La Provincia di Pordenone che sta
spendendo, giustamente, molte energie nella tutela del Tagliamento
opponendosi alla realizzazione delle casse di espansione , avrebbe
potuto dedicare la stessa attenzione anche alla tutela dei
magredi». La prossima mossa dei Cittadini sarà quella di
presentare un'interpellanza in Regione sull'argomento. «Ci
aspettiamo dall'assessore regionale competente Enzo Marsilio una
relazione dettagliata per verificare eventuali inadempienze della
Regione».
Il Gazzettino di Domenica, 14 Agosto 2005
REGIONE &
TURISMO
Scoprire l'archeologia, ben 180
itinerari
Trieste - Ben 180 itinerari per
scoprire l'archeologia del Friuli Venezia Giulia. Li propone la
Società Friulana di Archeologia che, in collaborazione con
l'assessorato regionale al turismo, ha realizzato una vera e propria
guida tascabile. È un prezioso vademecum che esplora i siti
archeologici da Aquileia fino alle località ancora poco
conosciute, delineando i poli di interesse attraverso itinerari
facilmente fruibili da turisti, curiosi e appassionati. I siti sono
raggruppati in ventuno percorsi principali che interessano l'intero
territorio regionale, dai Colli del Friuli Centrale a Spilimbergo,
dalle terre dei Magredi all'Isontino, fino alla Costiera triestina.
La guida verrà presentata alla nona edizione della Borsa
Mediterranea del Turismo archeologico a Paestum (Salerno), a
novembre, corredata delle informazioni utili a incuriosire e a
soddisfare il desiderio di conoscenza degli addetti ai lavori,
invitando a un turismo alternativo nell'estremo Nordest italiano. A
partire dal famoso Foro Romano di Aquileia la guida costruisce un
percorso tra siti archeologici ancora tutti da scoprire per il grande
pubblico. A partire dallo scavo di Misinicis, una frazione di
Paularo, dove una campagna di scavi effettuata tra il '96 e il '99 ha
fatto emergere una necropoli dell'età del Ferro, nella quale
sono venute alla luce ben 105 tombe con ossa combuste in urne di
ceramica, corredi funebri e soprattutto oggetti di ornamento. Un
ritrovamento che sembra testimoniare chiaramente il contatto con gli
ambienti celtici da parte delle popolazioni friulane del VIII e IV
secolo a.C.. La torre romana di Verzegnis (XII-XIII sec d.C),
rappresenta l'ideale proseguimento del cammino archeologico. Situata
sulla sommità del colle Mazéit, la torre, che domina
verso Nord lo sbocco della valle del But nel fiume Tagliamento,
rientra nel sistema di fortificazioni dell'Impero Romano a difesa dei
valichi alpini, e aveva un importantissimo ruolo di controllo sulle
possibili ondate di invasori nella pianura friulana. Proseguendo
verso la montagna carnica, uno stop si impone ad Ovaro. L'itinerario
si chiude con una passeggiata a Palmanova.
Il Gazzettino del martedì, 23 Agosto 2005
Cava e magredi, il Wwf si
affida ai geologi
L'associazione affiderà a
degli esperti una perizia di parte per capire quali rischi corre
l'ambiente
Il Wwf di Pordenone si prepara a un autunno caldo all'insegna della tutela dei Magredi e del rispetto dell'ambiente. «Quello che manca purtroppo a molte Amministrazioni locali è una sensibilità all'ambiente, la volontà di proteggere il territorio che ci circonda», spiega Lino Centazzo, presidente del Wwf che annuncia un'indagine sul progetto della cava di Cordenons. «Da quanto abbiamo appreso finora la cava dovrebbe sorgere proprio a ridosso dei Magredi e intendiamo capire di che cosa si tratta esattamente. Per questo abbiamo deciso di affidare a dei geologi una perizia di parte che servirà per comprendere gli eventuali rischi che corre il territorio se il progetto sarà realizzato».
I Magredi sono uno dei più
importanti cavalli di battaglia del Wwf pordenonese: sua, infatti,
è la "guerra" all'Italian Baja, gara automobilistica che
attraversava proprio quell'area. «Purtroppo il progetto Life,
presentato dall'ufficio delle aree Sic (siti di interesse
comunitario) della Regione per tutelare i Magredi non è andato
in porto: avevano aderito Maniago, Montereale e Zoppola, mentre
Cordenons e San Quirino avevano glissato. E l'Unione europea ha
rigettato la proposta della Regione perchè quest'ultima da una
parte ha chiesto i soldi e dall'altra ha dimostrato di non essere
stata in grado di tutelare l'ambiente».
Il Gazzettino del
Mercoledì, 31 Agosto 2005
I Verdi: «Noi ci siamo,
lo mostrano i fatti»
L'assenza dei rappresentanti del
movimento agli incontri per le Primarie aveva sollevato polemiche
«I Verdi a Pordenone sono tutt'altro che inesistenti e presto si daranno un nuovo portavoce. Nel frattempo, mentre i segretari degli altri partiti dell'Unione affermano di cercarci per discutere delle Primarie, noi nello stesso ambito non riusciamo a trovare interlocutori ed alleati sulle problematiche di un territorio devastato dalla mancanza di programmazione e dall'insipienza di una politica sempre più chiusa in se stessa». A parlare è Maurizio Rozza, responsabile Ambiente e Territorio della Federazione dei Verdi. Una uscita quella di Maurizio Rozza sollecitata dal fatto che nei due incontri tenuti dall'Unione per organizzare le Primarie i Verdi non si sono fatte vedere. Una assenza che ha alimentato il "sospetto" nei segretari degli altri partiti del centrosinistra che nella Destra Tagliamento il Movimento fosse sparito. «Che la rinascita dei Verdi in questa regione - spiega ancora Rozza - abbia subito un travaglio lungo, complesso e spesso doloroso, non è un segreto. Non è un segreto nemmeno che la conseguenza principale di questo travaglio sia stata la difficoltà di ricostruire "dal basso" strutture organizzate stabili. Per altri partiti la situazione è decisamente più semplice, dal momento che da tempo hanno scelto di privilegiare logiche verticistiche».
E sul fatto che i Verdi nel territorio provinciale esistano il responsabile Ambiente e Territorio non ha dubbi. «Da due anni abbiamo lanciato allarmi pesantissimi sulla situazione delle falde pordenonesi avvelenate, sulla mancanza di trasparenza dei dati ambientali, sulla politica dell'estrazione di inerti, su quella inerente le discariche, sulla mancata valorizzazione dei Magredi ridotto ad una pista per motociclisti e simili, sull'utilizzo spregiudicato dell'acqua per coltivare mais sui sassi magredi li. Ma dai partiti solo silenzio».
Infine le conclusioni. «Curioso poi il tempismo dell'attacco di Laura Sartori (segretario provinciale di Rc) e compagnia: da venerdì scorso a ieri compreso ero proprio nel pordenonese ad incontrare i gruppi che seguono le varie problematiche e a effettuare un soprallugo nell'area dei Magredi . Trovarmi è facile: basta inserire il mio nome in un qualsiasi motore di ricerca su Internet, oppure chiedere il numero del mio cellulare al segretario regionale di Rifondazione Giulio Lauri con il quale ho collaborato a lungo oppure contattare il consigliere regionale Pio De Angelis chiedendogli gentilmente il mio numero di telefono».
Il Gazzettino del Venerdì, 9
Settembre 2005
Magredi, sì alla
variante
Spilimbergo - Con il parere
favorevole del direttore centrale della Pianificazione territoriale,
la giunta regionale ha autorizzato la variante 30 al piano regolatore
generale del Comune di Spilimbergo. La variante, che riguarda
l'applicazione dell'Ambito di rilevante interesse ambientale (Aria)
nei Magredi del Meduna, era stata adottata in sede di consiglio
comunale nel novembre del 2002; successivamente la Regione aveva
avanzato delle riserve, cui il Comune aveva risposto con alcune
modifiche al testo originario; modifiche che a Trieste hanno ritenuto
sostanzialmente valide. La variante 30 recepisce le indicazioni sulla
tutela dell'ambiente naturale nella zona dei Magredi di Tauriano,
individuandone la zona di attuazione e regolamentando le
attività e le opere che sono presenti al suo interno: in
particolare un impianto di lavorazione inerti e il progettato ponte
sul Meduna, parte della strada Udine-Spilimbergo-Aviano in fase di
realizzazione. Da parte sua la Regione ha imposto solo un'ultima
modifica, che riguarda l'individuazione della fascia di rispetto
sulla sinistra idrografica del fiume Meduna, sottoposta a vincolo
paesaggistico secondo la legge Galasso.
Cla.Ro.
Il Gazzettino del Martedì,
13 Settembre 2005
GEO&GEO SUI SELVAGGI MAGREDI
Oggi e domani una troupe di Geo&Geo effettuerà riprese nei luoghi caratteristici di Magredi , Cellina e Risorgive. Attraverso il Wwf e l'associazione Bioforest la redazione del programma è stata è stata sensibilizzata e ha deciso di filmare, oltre ai Magredi , il torrente e la forra del Cellina e le risorgive del Vinchiaruzzo. Nell'ambito del documentario saranno anche intervistati i ragazzi che con le loro scuole hanno partecipato alla prima fase del progetto di ricostituzione del Bosco di San Marco, a Pordenone e dei proprietari dei terreni che hanno stipulato un accordo con Bioforest per la salvaguardia dell'ambiente nelle risorgive del Vinchiaruzzo, a Cordenons, cedendo in uso i loro terreni. In questi giorni si è parlato molto del Sic (Sito di importanza comunitaria), mentre politici e tecnici regionali sono impegnati a trovare soluzioni che soddisfino i commissari europei ed evitino la moratoria alla nostra regione, accusata di non aver provveduto a tutelare sufficientemente il Sic dei Magredi . «Poche - afferma il responsabile provinciale del Wwf, Lino Centazzo - le proposte concrete a tutela di questo ambiente e della sua biodiversità. Abbiamo letto prese di posizione che nulla hanno a che vedere con la tutela del territorio. Dichiarazioni che rimettono in discussione gli obiettivi positivi raggiunti in questi anni, come fermare le gare motoristiche, causa prima del giudizio negativo della Commissione europea».
Per i Magredi la Commissione fa esplicito riferimento ai danni provocati dai fuoristrada e chiede un piano di gestione che fermi tutte le attività ad alto rischio di impatto ambientale. Il Wwf, come le altre associazioni del Forum per la difesa dei Magredi , aveva ripetutamente chiesto che si provvedesse alla tutela dell'area e che le aree Iba (International bird area) venissero trasformate in aree Zps (Zone di protezione speciale), così come previsto dalla normativa europea. In questo modo si sarebbero evitati provvedimenti che sanzionano la nostra regione e avremmo invece ottenuto finanziamenti significativi per attuare i progetti.
«Sembra non essere su questa linea - dichiara ancora Centazzo - l'Assessore provinciale alla viabilità, il quale sostiene che le attività motoristiche porterebbero turismo. Rispondiamo che quello è turismo d'elite, di scarso interesse sia economico che ambientale. La nostra proposta per un turismo in sintonia con il sistema produttivo locale è quella di pubblicizzare e far conoscere le peculiarità del territorio, promuovere pubblicazioni didattiche per le scuole, organizzare visite guidate e bird-watching, attrezzare un Centro visite con mostra permanente (il materiale sarebbe già disponibile); allestire una banca genetica delle specie (erbario); promuovere convegni sulla biodiversità; censire tutte le specie presenti nell'area, compresa avifauna, mammiferi e insetti».
«La struttura - precisa il responsabile del Wwf - potrebbe ospitare anche le specie della Pedemontana, della Val Cellina, della Val Colvera e delle Risorgive ed essere realizzata nell'ex caserma dell'aeronautica del Dandolo, oggi in disuso. Inoltre si dovrebbero promuovere colture biologiche, potrebbe essere realizzata una fattoria per le scuole, con animali da cortile e da pascolo e un maneggio con guida per percorsi nell'area Sic». «Questo - conclude Centazzo - è un progetto che la Commissione europea sicuramente approverebbe, a tutto vantaggio dei Comuni e della popolazione che vive e lavora nei pressi dell'area».
Franco Mazzotta
in
aggiornamento: gennaio - febbraio - marzo - aprile - maggio - luglio
agosto - settembre
L'ambiente a rischio |
No all'Italian Baja |
No all'amianto - No all'inquinamento |
|
I
Magredi, le nostre praterie |
il
tracciato nell'area
protetta |